Un po' Expo, quello milanese del 2015, e un po' Eataly, ma anche qualche elemento ludico da parco giochi. Insomma, FICO Eataly World, già ribattezzata da tempo la “Disney World” del cibo – definizione che piace moltissimo a Oscar Farinetti, anzi, come vedrete nel nostro video servizio, la grande multinazionale americana gli ha dato non poche ispirazioni per questo ultimo, mastodontico, progetto – è pronta ad aprire le porte il prossimo 15 novembre.
I numeri, come è prassi in questi casi, sebbene freddi ben sintetizzano un progetto unico al mondo per quanto riguarda il cibo e presentato ieri in anteprima a centinaia tra giornalisti, televisioni, blogger e operatori del settore: su 10 ettari, 2 sono all’aria aperta e dedicati a campi e stalle, 8 coperti, con 40 fabbriche, più di 45 luoghi ristoro e poi le botteghe, il mercato, le aule didattiche, un teatro, un cinema, un centro congressi che arriva a contenere sino a 1000 persone – già tutto prenotato fino al prossimo marzo -, aree dedicate allo sport, ai bimbi, alla lettura e ai servizi, una fondazione con 4 università e 6 “giostre” educative.
Si entra gratis, le “giostre” costano 2 euro, tutto il resto ovviamente si paga: sebbene nessuno ieri avesse voglia di parlare di numeri e business, l'obiettivo è quello di arrivare a break even il prima possibile. Anche se i servizi gratuiti sono molti, a partire persino dal parcheggio esterno (almeno per le prime due ore), luoghi di spesa, all'interno, ce ne sono moltissimi, e invece dei carrelli si possono usare delle bici studiate ad hoc dalla Bianchi per riempire la borsa della spesa oltre che per percorre i 100mila metri quadrati dell'ex area del Caab.
“Sei milioni di visitatori il primo anno? Noi ci proviamo” ha affermato con il suo solito ottimismo Farinetti, che nel suo intervento, il più lungo, durante un'affollatissima conferenza stampa con giornalisti arrivati anche dell'estero, non ha mancato di chiedere aiuto proprio alla stampa. “Non vergognatevi di parlarne tanto e bene, aiutateci. Senza fiducia rimaniamo al palo a fare regole e tavoli e a mandarci aff….. Scrivete tanto e bene di noi”.
Il legame con l'Expo milanese del 2015 è evidente un po' ovunque, d'altronde nell'altrettanto affollatissima conferenza di due anni fa a Milano la staffetta con il FICO era stata esplicitata con chiarezza. “FICO è la sublimazione di Expo” ha affermato dal palco anche il direttore generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri Vincenzo De Luca.
Sono tutti felici e orgogliosi: da quando il professor Andrea Segrè, presidente della Fondazione FICO, e Alessandro Bonfiglioli, direttore generale del CAAB, andarono a bussare alla porta di Farinetti per illustrargli l'idea di una cittadella del cibo sono passati solo 4 anni. Un record, in effetti. In questo progetto che unisce pubblico e privato, capitanato dall'Ad Tiziana Primori, ci lavoreranno più di 800 persone.
Non resta che limare alcune imperfezioni e finire gli ultimi lavori e poi lo spettacolo può cominciare.