28 novembre 2023

Dai mercati: arance sotto i 2 euro, sopra zucchine e pomodori

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Nel pieno la campagna degli agrumi, le arance Navel nei mercati all’ingrosso si vendono ma con ritmi non accelerati così come le clementine, quotazioni da 50 cent a oltre i 2 euro,  che hanno superato le problematiche di inizio campagna (arrivata in ritardo).  Sempre costose, visto il poco prodotto a disposizione, le pere Abate che superano anche i 4 euro il kg.  Sostenuti i prezzi di alcuni ortaggi: zucchine, pomodori a grappolo ben sopra ai 2 euro il chilo. Da non perdere il listino della frutta secca con i prezzi dal mercato di Torino visto che queste settimane sono le più interessanti per le vendite.

Arance predominano calibri piccoli, clementine si assesta l’offerta

Al mercato di Cesena cambio alla guida dei grossisti. Il nuovo presidente Fedagro è Matteo Evangelisti, direttore commerciale dell’azienda Biondi Giulio. “Le arance registrano una produzione abbondante per il calibro piccolo che si vende a un prezzo standard, scarsa la presenza per il calibro più grosso che spunta quotazioni sostenute. Le Clementine comuni calabresi hanno iniziato più tardi la campagna a causa delle temperature troppo alte, ma ora la situazione si è stabilizzata anche sui prezzi. L’uva è un prodotto critico per via della poca produzione in Italia ma anche in Spagna. Stiamo scaricando la varietà tardiva Aledo, la domanda è alta ma c’è poco prodotto”.

Arance nei calibri grossi sopra i 2 euro, clementine da 0,50 a oltre 2 euro

E’ tempo di arance Navel ma con i calibri piccoli. Ecco le quotazioni dai diversi mercati: il calibro 9 siciliano è intorno all’euro, con l’8 si sale a 1,20 in media ma si possono superare gli 1,50 come a Rimini e Firenze. Si possono sfiorare i 2 euro, dipende anche dalla qualità, in alcune piazze per il calibro 6 mente si supera abbondantemente questa quotazione  per il calibro 4 che arriva anche a 2,50 euro il chilo. C’è la varietà Vaniglia al mercato di Cagliari con prodotto sardo a 1,30/1,50 euro il chilo.

Capitolo clementine dove si registra un’ampia forbice di prezzo  con i calibri più piccoli sotto l’euro, anche a 0,50 il kg, mentre quelli più grandi e di buona qualità superano i 2 euro il chilo.

Per i limoni con la varietà primo fiore si gioca come al solito il derby Italia-Spagna con quotazioni da 1,30 ai 2 euro il kg per la qualità extra. A Bergamo c’è ancora qualche quota di interdonato dalla Turchia a 1,10/1,30 euro il chilo. Il pompelmo rosa arriva soprattutto da Cipro con quotazioni medie da 1,30 a 1,60 euro il chilo.

L’uva bianca Aledo spagnola e l’Italia pugliese arrivano ai 5 euro, senza semi fino a 6 euro

In alcuni mercati la varietà Aledo spagnola arriva a toccare i 5 euro il kg, ma in media le quotazioni sono sui 4 euro. Ecco i prezzi medi: Padova (3,85 euro), Cesena (4), Firenze (4 euro), Torino (4). Prezzi simili per la varietà Italia pugliese anche se in alcune piazze si trova sui 3 euro (Verona). Oscilla anche il prezzo della bianca senza semi italiana ma in media quota 5 euro con picchi fino ai 6 euro il chilo.

Le melagrane vedono la presenza di prodotto italiano e spagnolo con quotazioni che vanno da circa 1,20 euro il kg per raggiungere con il prodotto migliore i 2 euro il chilo. Sostenuti anche i prezzi dei cachi emiliano romagnoli che nei calibri più grandi superano abbondantemente i 2 euro il chilo.

Ortaggi costosi: zucchine e pomodoro grappolo oltre i 2 euro

Non è tempo di zucchine e i prezzi di conseguenza aumentano. Le scure lunghe calibro medio (14/21) , c’è anche prodotto spagnolo,  quotano oltre i 2 euro: Firenze (1,80/2,50 euro), Torino (1,80/2,220), Rimini (2.10/2,60), Verona 1,80/2). Si sale anche ai 4 al kg euro con le chiare lunghe: Bologna (2,80/3,50), Cesena (3,50/4,50),  Verona (2,40/2,80). Sopra l’euro le piccole (7/14), mentre lo zuccone (21+) si trova anche a 1 euro ma in alcuni mercati è vicino ai 2 euro.

Il pomodoro a grappolo vede la presenza sia di prodotto olandese che italiano. In media si superano abbondantemente i 2 euro il kg.  Bergamo (2,20 sia italiano che olandese),  Bologna (2,50), Napoli (2,10) a Padova lo spagnolo a 2,30/2,80 mentre a Torino l’origine iberica si ferma a 2,40 euro. Il Ciliegino tra 2,30 ai 3 euro il kg, il datterino può arrivare ai 4 euro. Il Picaccadilly sotto e intorno ai 2 euro il kg. Costoluto sopra i 2 euro e fino ai 3.

Broccoli e cavolfiori sopra i 2 euro, carciofi con prodotto sardo e pugliese

Abbondantemente sopra i 2 euro anche i broccoli, come il cavolfiore bianco coronato e il romanesco dall’Abruzzo. I carciofi con la varietà Tema vedono sia origine sarda (in media 0,60/0,70 euro a capolino) che pugliese (0,40). Il Violetto pugliese in media quota 0,70 euro il kg ma con picchi a 0,80/0,90 euro. Lo spinoso sardo oscilla da 0,70 a 1 euro il chilo.

Buon consumo della frutta secca: “A Natale il picco delle vendite annuali”

Il listino frutta secca lo compiliamo con Edoardo Rovetta che rappresenta il marchio Exica dell’azienda Borgnino Vittorio Srl sul mercato da 115 anni. Siamo a Torino.  Edoardo rappresenta la quinta generazione ed è soddisfatto dei risultati: “Siamo in crescita, negli ultimi dieci anni il fatturato è aumentato del 50%. In generale è in crescita il consumo di questi prodotti”.

Vediamo le dinamiche di mercato. “Siamo vicini a Natale, stiamo entrando nel picco di stagione dove si registra la massima richiesta. I prezzi sono stazionari dopo i forti ribassi tra fine estate e autunno, in particolare con pistacchi, mandorle e arachidi mentre con le noci francesi si è registrato un grosso rialzo a causa della mancata produzione”.

Le quotazioni delle nocciole: 18 euro Piemonte, 12 Turchia

Capitolo Nocciole? “Noi trattiamo tutte le origini, in questo momento solo Italia con il Piemonte e Turchia mentre il prodotto Usa deve ancora arrivare. Le quotazioni: siamo sui 12 euro per il prodotto turco e 18 per quello Piemonte Igp. Il prezzo dell’origine straniera varia in base a quello nazionale. L’offerta di origine italiana però non soddisfa minimamente la domanda”. In sintesi si vende soprattutto prodotto straniero: “Siamo su lunghezze d’onda molto diverse”. Chiaro in un Paese e in una regione dove la Ferrero assorbe un’importante quantità di prodotto. “Ma le nocciole italiane si stanno valorizzando e anche all’estero si sta costruendo un mercato interessante”.

Un prodotto di stagione sono le arachidi: “La domanda è costante, il prodotto ha origine Egitto, rispetto all’anno scorso il trend del prodotto in guscio è decrescente, ma non registriamo grandi variazioni. Il prezzo è calato notevolmente. Un esempio: il calibro piccolo come il 9/11 quota 3,50 euro mentre l’anno scorso valeva 50 cent in più, Questo dato ha aiutato a sostenere la domanda”.

Capitolo pistacchi. “Il nostro prodotto è statunitense, una buona qualità di prima scelta quota mediamente 13/14 euro il kg. La domanda è abbastanza buona”. Gli anacardi? “Per noi un prodotto marginale di media frequenza, ha lo stesso presso della stagione scorsa. Tostato e salato con la prima scelta quota 10/11 euro il chilo”.

Disgrazia ficchi secchi, bene lo zenzero disidratato

I fichi secchi? “Una disgrazia, l’anno scorso la produzione nazionale era a zero. Quest’anno c’è qualcosa ma con prezzi molto alti. Noi trattiamo prodotto greco e turco che ha subito un aumento di circa il 30%. Un fico greco bello quota intorno ai 13/15 euro il kg, il turco siamo intorno ai 12,50 /13 euro. L’anno scorso si vendeva a 9 euro il chilo. E il disidratato? “Non abbiamo nessuna variazione di prezzo, il consumo è in diminuzione. Si vende soprattutto lo zenzero che ha avuto una crescita di interesse esponenziale negli ultimi anni. Il 50% della quota del disidratato è data dallo zenzero. Si vende a 7 euro il kg e viene dalla Thailandia”.

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