Il maltempo lancia alle stelle gli ortaggi. Non solo melanzane a 4 euro ma anche, come abbiamo scritto la settimana scorsa, le insalate intorno e sopra i 2 euro, quando mediamente non superano i 50/60 cent. Si avvicinano a questa soglia critica anche il capolino di carciofo, per non parlare del pomodoro a grappolo che ha lo stesso prezzo dei cugini ciliegino e datterino che solitamente distanziano il parente povero anche di tre volte. Clementine e arance sono in risalita, ma al consumatore presentano un prezzo moderato. Su questo fronte da Verona sottolineano: “Ci sono prodotti a buon prezzo per un cenone low cost“. E nonostante le difficoltà nelle vendite sono più alter rispetto all'anno scorso.
A Cagliari carciofi a carissimo prezzo, prezzemolo a 10 euro
Iniziamo il nostro giro d'Italia all'ingrosso pedalando verso Cagliari dove incontriamo Cenzo Pisano, il responsabile di Fedagro che non ci offre buone notizie: “Abbiamo avuto piogge continue per 40 giorni, i campi sono allagati, non riescono a maturare neanche gli agrumi”. Non è finita qui: “E' arrivato anche il gelo, quasi sconosciuto a queste latitudini. I danni più grossi sono per carciofi e finocchi. Dei primi si ha ben poco e di scarsa qualità. Il capolino si vende a 1,50 euro, non la prima ma la seconda scelta”. Non si compra bene. “Sappiamo bene che verremo indicati come responsabili del caro prezzi, ma il problema arriva dai campi per il maltempo”.
Una quotazione fa capire bene la situazione: “Un mazzo di prezzemolo si vende a 10 euro rispetto ai 2,50 abituali“. Quattro volte tanto. “Abbiano le melanzane a 3,80/4 euro al chilo, le zucchine salgono fino a 3,50 euro, le insalate sono tra 1,50 e 2 euro e non si trova prodotto. I finocchi sono a 1,80/2 euro, cicoria e puntarelle intorno ai 2/2,50 euro”. Diversa la situazione sul fronte agrumi: “Le clementine locali molto buone, origine dal territorio di Villacidro, quotano 1 euro contro i 0,70 del prodotto d'importazione. Le arance locali che scontano problemi di qualità sono intorno a 0,60/0,70 euro, ma non c'è molta richiesta. Il kiwi sui 2,50 euro al chilo come l'uva siciliana”.
A Rimini si vende bene, pomodoro grappolo a 2,80 euro
Al mercato riminese incontriamo Alessandro Marchese, presidente Fedagro romagnolo, che riflette una situazione positiva anche per un centro ortofrutticolo che fornisce diverse località turistiche. “Gli alberghi sono aperti, anche se le aspettative erano altre”. Pesa l'evoluzione del Covid. Anche in Romagna manca il prodotto e le quotazioni sono alte: “Oltre il turismo qui regge un sistema di negozi e di botteghe che riescono a far valere la qualità”.
Vediamo i prodotti. “A iniziare dal pomodoro a grappolo che quota 2,80/2,90 euro come il Pixel e ciliegino. Pachino e Marinda sono sui 5 euro ma sono per un alto target di consumatori. Le melanzane tonde sono a 3 euro e le lunghe vicine ai 4 euro, peperoni 1,80/1,90 euro, carciofi con il violetto pugliese a 0,90/1 euro, il tema sardo a 0,80 euro mentre il Terom a 1,60 euro, zucchine da 2,50 a 3 euro“.
Vediamo la frutta: “Risalgono le clementine a 1,40/1,50 euro al chilo per i calibri maggiori, arance navel a 1,10/1,50 euro fino a scendere a 05,0/0,60 euro mentre il tarocco è sui 2 euro il calibro 4 e 1,40 euro il calibro 8. Limoni Italia a 1,20 il rinfuso, 1,50 in padella. Uve origine Italia 2,40/2,50 euro, uve Apirene a 3 euro e l'Aledo spagnola prima scelta gold 3,50“.
A Roma caccia ai carciofi, arrivano quelli dalla Tunisia
Valter Arcangeli di Fedagro Roma è la conferma della relazione stretta tra maltempo e prezzi alle stelle: “Non si tratta di speculazione ma l'effetto di una precisa situazione climatica negativa che fa salire i prezzi di giorno in giorno. C'è forte richiesta di carciofi, ma sono venuti a mancare. Ora è entrata la Tunisia, ci manca la Sicilia, la Sardegna sta iniziando ora, ma con percentuali molto ridotte. E anche il prodotto tunisino arriva a 1,20/1,40 euro ma a certi prezzi non si compra. La Puglia in questo momento ha un prodotto molto piccolo, ma quando mancano alternative si vende”. Linea sostenuta anche per gli altri ortaggi: “Melanzane 2,50, i fagiolini arrivano dal Kenya e dal Marocco e vanno dai 4 ai 7 euro“.
Vediamo come va la frutta nella Capitale. Un dato fornito da Arcangeli offre una chiave di interpretazione del periodo: “Le mele si vendono, ma si scaricano soprattutto quelle di seconda. Si vende la merce da 0,65/0,70 euro al chilo rispetto al prodotto da 1,40 a salire”. Continuiamo. “Sulle clementine non c'è grande corsa, c'è troppo prodotto che arriva, speriamo nell'esportazione. Le quotazioni vanno da 0,70 a 1,30/1,40 euro. Le arance tarocco con un buon prodotto si oscilla da 1,60 a 2 euro, 1/1,20 per i calibri più piccoli. Il Kiwi italiano quota 2 euro fino ai 5 euro con prodotto extra e il prezzo tiene sempre, ha un suo standard. Noi abbiamo la Dole. L'avocado ha degli sbalzi, va da 10 a 15 euro il collo; in rialzo il mango, le ananas erano a 0,50/0,60 euro, oggi toccano 1 euro ma è un fenomeno momentaneo. Ci preoccupa il consumo futuro non quello di Natale. I ristoranti hanno ripreso, ma non vivono momenti brillanti. Manca ancora il turismo internazionale”.
A Verona anche lo zuccone sui 2 euro
L'ultima tappa a Verona dove myfruit.it incontra Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi. Iniziamo dalle feste: “I volumi non sono eccezionali, ma maggiori rispetto all'anno scorso”. I prezzi come in tutte le altre piazze sono alti: “C'è qualche articolo in calo come i cetrioli in padella a 1,50 euro al chilo rispetto ai 2,50 della settimana scorsa. Cavolfiore, invece, è in aumento a 1,20 euro, finocchi da Avezzano a 2 euro, i carciofi varietà violetto dalla Puglia a 0,90 euro il capolino, il Tema dalla Sardegna sopra l'euro e il romanesco sui 2 euro in padella da 16 pezzi. I fagiolini origine Sicilia extra a 4,50 euro, quelli dal Marocco a 3,50 euro, le melanzane ovali a 2,80 euro, lunghe, violente e striate a 3 euro, i peperoni da 1,80 a 2 euro”. I pomodori? “In aumento, sfiorano i 3 euro datterino e ciliegino mentre il grappolo nazionale tocca i 2,80 euro e quello olandese e spagnolo si ferma a 2 euro. Le zucchine tengono il prezzo: il calibro 14/21 a 2,50 euro, il 7/14 sui 3 euro mentre lo zuccone tocca i 2 euro ed è destinato soprattutto all'export verso la Germania“.
Piccoli frutti:; more e lamponi dalla Basilicata
Sul fronte frutta? “Per le mele si registra un andamento sopra l'euro per il prodotto in padella, in rialzo le ananas e si può arrivare ai 2 euro per prodotto extra e quasi ai 4 euro per la merce via aerea. Le fragole sono in sofferenza ma quotano bene: andiamo dai 7 euro fino ai 10 euro e abbiamo origine Sicilia, Basilicata e Campania. Le pere hanno sempre prezzi sostenuti mentre per le clementine si parte sempre da 0,70 euro per le pezzature più piccole fino a 1,50 euro per il calibro 1. Le arance Tarocco quotano 2 euro per il calibro 4 e 1,60 per il calibro 6. I limoni sono origine Sicilia e Spagna a 1,10/1,20 euro al chilo”. Tempo di frutta secca: “Mandorle sgusciate dalla California a 10 euro, dalla Sicilia a 3 euro ma con guscio. Arachidi Israele, in sacchi da 5 kg, a 5,60 euro; le noci da 3,50 ai 7 euro per la varietà Lara. I pistacchi iraniani a 12 euro e dagli Usa a 15. Le lenticchie dalle Marche a 4 euro e dal Canada a 2,70 euro“. Chiudiamo con i piccoli frutti: mirtillo dal Perù a 11 euro, mora origine Basilicata e 18 euro e il lampone dalla stessa regione a 16 euro”.
Feste low cost
Da Verona vogliono far sapere che si può attraversare le feste spendendo poco: “Ci sono articoli locali con prezzi accettabili. L'insalata gentile è scesa 1/1,20 euro, Cappuccia intorno a 1 euro, il radicchio rosso tondo Chioggia si ferma a 1 euro. Poi ci sono tutta la serie dei cavoli, dal cappuccio tondo e appuntito alla verza, sui 0,50 euro. Ma anche la frutta . sottolinea Benizzi – con le clementine con calibri più piccoli ma altrettanto buone sotto l'euro e l'uva Italia sta finendo la campagna intorno a 1,30 euro al chilo e per un tocco esotico il Litchi si compra a 3,50 euro”.