Si tocca il fondo per i fornitori ortofrutticoli del canale Horeca. Fino all'80% in meno di vendite. Situazione precipitata nel fine settimana quando è stata annunciata la chiusura alle 18:00 dei locali e subito sono partite le disdette degli ordini. Per fortuna il settore rappresenta solo una parte degli scambi dei mercati, ma i grossisti fanno notare questa rovesciata. Sul fronte prezzi gli ortaggi per la mancanza del prodotto spuntano ancora delle quotazioni alte – dalle zucchine ai pomodori – mentre sulla frutta tengono dei buoni prezzi le clementine e l'uva. Abbiamo esplorato anche le dinamiche della frutta esotica dove con la crisi del canale Horeca non si vende più il lime, tengono ma non troppo banane e ananas.
A Firenze il Dpcm annulla gli ordini della ristorazione
La chiusura anticipata dei locali si fa sentire forte in una città come Firenze: “Non si è ancora recuperata la quota del turismo internazionale, ma erano tornate quasi alla normalità le forniture per i locali frequentati dai residenti. Ora si sono bloccati tutti gli ordini, stimiamo una riduzione dell'80%“. Questi i numeri e la fotografia di Aurelio Baccini, vice presidente nazionale di Fedagro e rappresentante dei grossisti fiorentini – che fornisce altri elementi: “Noi abbiamo 12 furgoni che si occupano della distribuzione e ora ho otto persone a casa. La stretta è stata una scelta sbagliata, le problematiche non sono legate alla movida. Questo Dpcm aggrava la situazione e non risolve le cause che sono altre rispetto alla frequentazione dei locali”. Brutto colpo per bar e ristoranti, già stremato dal lock down dei mesi scorsi.
“Il resto del mercato funziona, siamo in linea con gli anni scorsi – sottolinea Baccini – la differenza la fa l'Horeca”. Sul lato offerta? Sono ormai definiti tutti gli assortimenti invernali sia di frutta sia di verdura. Abbiamo una riduzione del prezzo delle clementine spagnole che va da 1 a 2 euro in attesa dell'arrivo massiccio di quelle italiane, su mele e pere c'è stabilità dei prezzi e una domanda non sostenuta“. Sugli ortaggi si sconta il passaggio delle produzioni: “I prezzi sono differenziati per l'origine. Siamo sul finire della produzione in Lazio e Campania e all'inizio in Sicilia e spesso la differenza tra i prezzi arriva anche a 1 euro“. Qualche esempio sul pomodoro, a iniziare dal Ciliegino: il siciliano quota 2,50 e quello di Fondi 1,80; il grappolo isolano arriva a 2,30 rispetto alla quotazione di 1,70 per Fondi e 1,80/2 euro per l'olandese. Le zucchine sono oltre i due euro. Per la frutta esotica le banane sono stabili: la Chiquita a 1,20 e le seconde dal Centro America a 0,80. L'ananas dalla Costa Rica arriva a 1,10 euro. “Sul mango abbiamo merce brasiliana a circa 2,50 euro e quella spagnola intorno ai 3 mente il lime ormai non si vende più“.
Anche a Genova crollo per le forniture Horeca
Nel capoluogo ligure il rappresentante di Fedagro, Elio Vernazza, conferma i problemi per bar e ristorazione: “Sono arrivate subito le disdette o mancano gli ordini. Con la pandemia, purtroppo, il bello deve ancora arrivare seppure il nostro settore rispetto ad altri ha retto bene”. Sul fronte prezzi? “Registriamo qualche aumento dovuto agli eventi climatici e la conseguenza mancanza di prodotto. In particolare sono più care le verdure mentre l'uva costa meno rispetto agli anni scorsi: si va a 1 a 1,30″. Sul fronte verdure: “Le zucchine oscillano da 1,50 a 1,80 e con il fiore raggiungono i 3,50 mentre il pomodoro a grappolo quota 1,80 mentre il Piccadilly 2 euro”.
Palermo è rimasto chiuso dieci giorni: disfatta totale
La mazzata del Dpcm è stata preceduta nel capoluogo isolano da una chiusura del mercato di circa 10 giorni come spiega a myfruit.it Alberto Argano di Fedagro Palermo: “Veniamo da 10 giorni di chiusura perché sono stati riscontrati alcuni casi di Covid-19. Si è sanificato e la settimana scorsa si è riaperto ma stiamo vivendo una crisi profonda: si lavora al 30/40 % delle potenzialità“. Chiaro il fenomeno: i clienti hanno trovato altre fonti di approvvigionamento e: “Non siamo ancora a riusciti a riacquistare gli acquirenti”. Sono arrivate le disdette dalla ristorazione? “Non arrivano più gli ordini, alcuni hanno preferito chiudere. Se continua così dovremo fare ricorso alla cassa integrazione“.
Sul fronte prezzi: “Sono al rialzo quando manca il prodotto come cavolfiori, cavoli broccoli poi i pomodori locali che ad agosto e settembre venivano venduti qui mentre ora sono richiesti da tutta Italia e di conseguenza il prezzo aumenta. Il grappolo è sui 1,30 /1,40, il ciliegino 1,80 e il datterino 2,80 e quello verde oblungo sopra i due euro mentre le zucchine sono quotate sui 2,50 euro. Tutta produzione locale, a parte il fogliame che prendiamo dalla Campania”. Per le clementine c'è da aspettare: “Si sta iniziando a vedere qualcosa, i veri quantitativi si vedranno a fine mese e inizio novembre mentre cui cachi siamo in piena produzione ma si tratta di un prodotto palermitano con un suo mercato locale. Siamo in crisi con l'uva, i prezzi sono bassi ovvero intorno a 1 euro per il prodotto medio“. in Sicilia non può mancare un riferimento ai fichidindia: “Quest'anno c'è poco prodotto a causa di problemi climatici – spiega Argano – e i prezzi sono più alti: dai 2 a sopra i 3 euro”.
Verona tengono i prezzi degli ortaggi e ci sono le clementine calabresi
Il mercato veneto era già in sofferenza per il turismo, ora arrivano le limitazioni del settore ristorazione. Per quanto riguarda i prodotti Marco Benedetti, ispettore del mercato, offre a myfruit.it questa fotografia: “Bene le lattughe e i pomodori, da un decina di giorni c' è quello di origine albanese con un prezzo decisamente inferiore ovvero 1,20/1,30 contro 1,60 /70 per il siciliano 1,80/2 per l'olandese. Le zucchine tengono il prezzo, oltre i due euro, la produzione locale veronese è finita. I cavolfiori sono a 1,20 mentre i peperoni ora arrivano dalla Spagna che sta sostituendo l'Olanda e si aspetta la Sicilia“. Sul fronte frutta: “Abbiamo le clementine calabresi, la pezzatura buona quota da 1,30 a 1,80 ma c'è da capire l'evoluzione del prodotto. Infine l'uva è sui 1,20/1,30”. L'esotico a Verona? “Fermo il mercato delle banane, si sperava nella riapertura delle scuole ma i venditori restano in sofferenza. Per i prezzi la Chiquita quota 1,10 mentre le secondo sono sui 0,70. Ananas intorno a 1 euro mentre il lime non si vende più. A livello locale è iniziata la raccolta dei kiwi”.