Il pomodoro sale di prezzo, dopo mesi di stagnazione si va verso il raddoppio più che abbondante delle quotazioni. Il prodotto dei Paesi Bassi è meno presente nelle piazze italiane, lo vendono in Germania, e sono sparite le coltivazioni a campo aperto. Un vuoto che ha permesso di creare valore, seppure le quantità e la domanda non siano certo esagerate come sottolineano gli operatori. La frutta estiva persiste, ma siamo agli ultimi scarichi, mentre sull'uva si lamenta una criticità generale sulla qualità e i prezzi restano bassi. Manca colore. Quella buona, invece, si vende bene. Complice anche la riapertura delle mense inizia la corsa di mele e pere. Ma su tutto il comporto pende la spada della crisi dei consumi.
A Verona stenta il prezzo dell'uva e si soffre il calo dell'export
Sale il prezzo dei pomodori. Lo conferma Andrea Saturnini, presidente di Fedagro Verona, che spiega la variazione: “Sale dopo tanti mesi di pena per tutte le varietà. Erano prezzi disastrosi che si sono mantenuti fino alla settimana scorsa“. Un esempio numerico rende chiaro il fenomeno: “Il grappolo oggi è su 1,20/1,30 rispetto ai 0,50/0,60 che abbiamo osservato per gran parte dell'anno. Dall'Olanda arriva meno prodotto e questo incide sulle dinamiche dei prezzi”. Le temperature alte hanno permesso il persistere della frutta estiva, ma ormai siamo arrivati ai titoli di coda. “Vista la situazione si è venduto bene per tutta la stagione, ma ora siamo agli ultimi scarichi. Tempo di uva, ma: “I prezzi sono bassi, c'è tanto prodotto sotto l'euro che non si scarica con l'esportazione, quello medio va da 1,20 a 1,50 e poi le chicche che quotano sui 2 euro”.
E si apre la parentesi sul calo dell'export: “Un fenomeno che arriva da lontano. Alcuni Paesi dei Balcani – dalla Macedonia al Kosovo – negli ultimi dieci anni hanno investito in agricoltura grandi risorse e ora vendono alle nazioni confinanti. Ancora Slovenia e Croazia si servono da noi, ma in proporzioni ridotte“. Un primo bilancio di quest'anno: “Si è venduto molto bene durante un periodo del lock down poi è stato un calare. E' venuta a mancare la città, per noi diventata una cassaforte negli ultimi anni, ma pure il lago e la montagna, che per noi è il Trentino, ovvero una regione appoggiata su di noi. In parte abbiamo recuperato questi mercati, ma non del tutto e si vede nei bilanci”. Finita l'estate riprenderanno i ritmi di sempre? “Siamo positivi. Si è mosso qualche quantitativo di pere, qualche accenno, l'aria si è rinfrescata e cambiano i consumi – sottolinea Saturnini – Con mele e pere si inizia il classico cambio di stagione”.
Per l'uva prezzaci anche a Torino, tengono bene le susine
Stefano Cavaglia, presidente Apgo-Fedagro Torino, fa il punto sul capoluogo piemontese: “Siamo in un momento di passaggio con le prime piogge, ma ancora oggi il termometro è salito a 28 gradi. Le produzioni estive sono sul finire, tengono bene le susine, siamo sopra 1,30. L'uva, invece, vede un boom quantitativo e c'è richiesta, ma i prezzi restano bassi. Sono prezzaci, sotto l'euro“. Capitolo pomodoro? “Il prezzo è risalito ma tante produzioni in campo aperto sono sparite, c'è poco prodotto. Da noi si quota sopra 1,60. Con mele e pere si registrano i primi movimenti. Lunedì prossimo si parte con la Golden e stiamo a vedere cosa succederà, gli auspici sono buoni. Per le vendite ci deve dare una mano il tempo con il calo delle temperature“.
Firenze soffre la mancanza di turisti stranieri, anche qui il prezzo del pomodoro è salito
Al mercato di Firenze siamo in una fase di rallentamento dei prezzi racconta a myfruit.it Aurelio Baccini, presidente dell’associazione territoriale di Fedagro. Tendenza opposta per il pomodoro: “E' salito il suo valore. Il grappolo arriva fino agli 1,90 mentre il cuore di bue oscilla tra 2,50/3 euro“. Le cause? “Si è creato un vuoto determinato da molteplici fattori. Il più impattante è la forte richiesta del prodotto olandese da parte della Germania“. Un dato interessante visto che finora il grappolo del nord europeo aveva creato un effetto dumping sul mercato italiano influenzando al ribasso le quotazioni. Una disperazione ovvero l'anno nero del pomodoro. “Inoltre non c'è ancora la Spagna e altri siti/aree di produzione italiane”. Questo è l'elemento più interessante del mercato che risente ancora della mancanza dei turisti stranieri a Firenze e in Toscana in generale.
A Roma: “L'uva non decollano le quotazioni”
Anche nella Capitale il termometro sul pomodoro registra un rialzo come indica Walter Arcangeli, vicepresidente di Fedagro Roma: “Il grappolo ha visto una crescita del prezzo: siamo a 1,60 per il prodotto sloveno, ma carichiamo anche prodotto del basso Lazio, da Latina a Sabaudia, allo stesso prezzo e poi un meno quello siciliano dove siamo sugli 1,30″. Questi i valori, ma: “Non abbiamo della grande richiesta. Il discorso è generale, si assiste a una contrazione dei consumi con una minore domanda, la gente ha meno soldi da spendere“.
Sul fronte dei prodotti continua a resistere la frutta estiva: “Complice la buona temperatura vendiamo ancora angurie, meloni e le nettarine che sono oltre i 2,50 euro. Buone quotazioni anche per le pesche gialle da 1,50 a 2 euro. Le percoche spagnole che si presentano meglio di quelle italiane oscillano tra 2,50 e 3 euro“. Più problematica la partita dell'uva: “Stiamo soffrendo. Si vende bene e a un buon prezzo il prodotto di qualità che sta sui due euro, c'è poi un prodotto che manca di colore, non è di livello e si fa fatica a vendere“. Le mele iniziano ad affacciarsi con forza, si vendono bene anche le pere, ma si riscontrano criticità: “Non sono di gran qualità, ci sono dei problemi. Almeno fino ad oggi”. Oltre la dinamica dei diversi prodotti resta il problema generale del calo dei consumi: “Chi veniva tutti i giorni ora passa tre volte a settimana e chi tre volte solo una”. Proporzioni che danno la dimensione di un mercato che vede una riduzione della domanda.