19 marzo 2024

Dai mercati: Napoli rischio fallimento, pere dal Cile oltre 3 euro

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Si vedono i primi segni primaverili nei mercati all’ingrosso italiani: iniziano a aumentare i volumi scambiati rispetto a una stagione invernale piatta.

Capitolo prodotti: stabili le quotazioni delle arance, lattughe in alcune piazze da 0,60 a 1 euro e con quotazioni simili il cavolfiore, poca sopra l’euro le zucchine di calibro medio. I carciofi al palo a meno di 40 cent il capolino. Anche se il prodotto di nicchia è pagato bene, come l’origine ligure di Albenga che ha superato 1,50 euro il pezzo rispetto ai 0,40 euro dello spinoso sardo. Si vendono ma calano i prezzi delle fragole che solo con il prodotto extra supera i 5 euro. Tra le primizie forte attenzione ai meloni. Le pere da Sudafrica e Cile.

Intanto, a Napoli infuria la protesta per il rischio fallimento del mercato.

A Napoli i camion dei grossisti rallentano il traffico: “Rischio chiusura”

Un vero e proprio corteo. Non a piedi ma con i camion. Sui loro mezzi hanno sfilato i grossisti napoletani che denunciano le condizioni precarie e il rischio di perdere il lavoro.

I commercianti del Caan di Volla sottolineano la possibilità di fallimento del centro agroalimentare. Questa la causa della protesta che ha creato non pochi disagi nella città partenopea. Scortati dalla polizia i manifestanti ieri hanno raggiunto il  municipio visto che il Comune di Napoli  è il socio di maggioranza del Caan con oltre il 70% delle quote.

A palazzo San Giacomo, sede dell’ente locale,  i rappresentanti sindacali, gli avvocati Ilaria Renna per Aican Fedagro  Campania e Carmine d’Orazio per Assomercati Campania New Group  hanno incontrato il consigliere Massimo Cilenti e lo staff del consigliere Antonio Bassolino, ai quali è stato consegnato un comunicato in cui, ringraziati la giunta e il presidente del Caan  per il lavoro svolto sul concordato, spiegano le preoccupazioni e i motivi della protesta. Abbiamo sentito Ilaria Renna: “Il Caan è in pericolo fallimento, la situazione è davvero critica”.

Lattughe abbondantemente sotto l’euro

Al mercato di Verona Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi del mercato, scatta per myfruit.it il quadro della situazione. “Si vede un inizio di ripresa con più volumi scambiati che andranno intensificandosi verso Pasqua”.  Sul fronte quotazioni iniziamo dai prodotti locali come la lattuga Gentile che si ferma a 0,70 euro il kg mentre la Iceberg filmata dalla Spagna oscilla da 1,60 a 2 euro il chilo”.

Vediamo gli altri ortaggi: “I finocchi sono stabili a 0,80/1 euro. I pomodori sono in crescita. Il grappolo  da 1,50 quota  170/180 euro il kg, il ciliegino  a 2,20 e il  datterino 3 euro. Entrambi si vendono sfusi in confezioni da 3 chili. I peperoni siciliani sfusi e in cassa di vendono a 1,70/1,80 euro, il prodotto lavorato in padella anche sopra i 2 euro.

Le patate novelle italiane sopra l’euro

Arrivano le prime patate novelle italiane. Vediamo le quotazioni: “Fino a 1,25  le novelle da Sicilia e Puglia e colmano il buco delle altre patate. Costano di più ma sono più fresche. Per le patate c’è anche  prodotto da Olanda, Egitto, Germania e Francia. Per le novelle abbiamo il prodotto, sul finire, di Cologna Veneta  a 0,85/0,90 euro il kg. Ecco le quotazioni delle altre origini:  0,52  Germania, 0,80 Francia, 0,70 Olanda, 0,60/0,70  Egitto e Cipro a 1 euro“.

Gli altri ortaggi? “Melanzane  siamo a 1/1,20 euro,  zucchine di Fondi calibro 14/21  da 1, 10 a 1,30 euro il chilo. Il prodotto dalla Sicilia costa circa 10 cent in  meno.  Le zucchine piccole (7/14) arrivano a  1,60/2 euro  mentre lo zuccone  per il mercato tedesco in sacchi da 5 kg  sfiora l’euro”.

Tempo di asparagi: tutti i prezzi e le origini

La stagione degli asparagi è iniziata, con disponibilità di varietà locali sia bianche che verdi. Per gli asparagi bianchi, il calibro 10/12 è venduto intorno ai 4 euro il kg, mentre il 12/16 è sopra i 5 euro e il  16/22 raggiungono i 7 euro. I calibri maggiori come il 22+ quotano fino a 8 euro il kg, mentre l’extra può toccare i 10,5 euro.

Per quanto riguarda gli asparagi verdi Bonizzi sottolinea: “C’è più concorrenza e  prezzi più contenuti. Il calibro 22 extra, proveniente dal Veneto, si attesta a 9 euro, mentre i calibri 16/20 sono a 7 euro. Gli asparagi della Puglia, venduti in mazzi e calibro 12/16 quotano  5 euro, mentre le punte provenienti dalla Grecia e dal Veneto variano tra 5 e 6/7 euro, a seconda dell’origine. I prezzi dovrebbero rimanere stabili in vista del maggior consumo previsto a Pasqua”. I carciofi? “Non si registrano grossi movimenti. Il Romanesco da 10 pezzi quota 0,45 a capolini, Violetto 16 pezzi si vende a 38 cent, valore simile per  il Tema da 16 pezzi”.

Bene le arance, fragole massimo 4 euro

Le arance tengono il prezzo. A iniziare dal Tarocco: “Il calibro  4 sfiora i 2 euro, con  il 6 siamo a 1,50 euro  poi l’ 8 (1,20 euro) e il 10 (0,70 euro)”.  Vediamo le fragole: “C’è prodotto dalla  Sicilia con  poche quote intorno ai 3 euro il kg, con la  Campania  si sale a 3,30 mentre la  Basilicata prima categoria oscilla da 3,50 e fino a superare i  4 euro (4,20)”.

Mele stabili, pere da Sudafrica e Cile

Anche le mele  sono stabili nelle quotazioni. Ecco alcuni prezzi:  “La Golden  calibro  75/80 in padella  e origine veneto quota 1 euro, l’ origine trentina sale a  1,20. Stessa quotazione su Alto Adige. Granny Smith  (calibro 75/80) dal Trentino  1,20/1,30 euro,  Veneto 1,10/1,20. Fuji   (calibro 80/85) con origine Veneto 1,20,  Trentino 1,50 euro  e con marchi extra si superano i 2 euro. La Pink Lady (85/90) sui 2 euro.

Passiamo alle pere dove domina la provenienza dall’emisfero Sud e con prezzi sostenuti.  “Pere Abate dal Cile 16 pezzi 3,60 euro il kg, Williams da Sudafrica  2,70 euro, Coscia cilena intorno a 2,70 euro. Si tratta tutto di prodotto sfuso”.

A Bergamo i carciofi liguri oltre 1,5o euro il capolino, soffre lo spinoso sardo a 0,40

Federico Fapanni, responsabile vendite Ortobergamo, ha confermato le buone vendite della settimana scorsa di fragole e frutti di bosco. Interessante anche la comparazione sui carciofi. “Si è ridimensionato il carciofo spinoso dalla Sardegna da 0,20 a 0,40 euro il capolino, è tempo del carciofo ligure di Albenga da 1,50 a 2 euro il capolino Albenga”.

“Sono prezzi sostenuti ma c’è chi apprezza il prodotto e lo compra. Ci sono anche i carciofi spinosi dalla Sicilia, da Termine Imerese e sono defogliati e c’è stata una buona risposta da parte dei clienti”.

E’ tempo anche di meloni. “Si parte con la Martinica, poi il Marocco e la Sicilia. Infine Mantova. Sono molto apprezzati i meloni a polpa rossa. Ora noi vendiamo il Philibon dalla Martinica e poi l’Accent, una vera eccellenza”.

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