Detto, fatto. Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ieri ha inasprito la guerra commerciale a livello globale. Ha infatti confermato che con effetto quasi immediato entreranno in vigore i dazi. I quali, diciamolo subito, colpiranno indistintamente tutti i prodotti europei, agroalimentare made in Italy compreso.
“Dazi reciproci del 10% per tutti e dazi addizionali per chi è stato scorretto con noi - ha dichiarato Trump - Quel che avete fatto a noi, lo facciamo a voi".
Ma che cosa sono i dazi reciproci? In pratica, sono un’imposizione fiscale che colpisce in modo orizzontale tutti i prodotti importati negli Stati Uniti senza alcuna esenzione. La tariffa minima è del 10 per cento, ma ogni Paese ha una sua personale tariffa. Lo schema americano prevede l'entrata in vigore del livello minimo (il 10%) a partire dal 5 aprile, poi la misura ad hoc per ciascun Paese da mercoledì 9 aprile.
La lista nera
Nella lista nera ci sono circa 60 Paesi. Nei quali, secondo i calcoli trumpiani, entreranno in vigore dazi con aliquote di diversa portata. Va malissimo alla Cina, per la quale i dazi ammontano al 54 per cento, cifra che si raggiunge se si sommano il 20% già in vigore e il 34% stabilito ieri. Segue il Vietnam con il 46%, poi l'India (25%), il Giappone (24%) e l'Unione europea con il 20 per cento. Solo il 10% per il Regno Unito.
Ricadute negative su tutti i fronti
Gli analisti concordano: il rischio è la recessione globale, l'impatto sull'inflazione sarà sostanziale. Naturalmente non hanno reagito bene le Borse europee: calo a Milano (-1,9%), a Francoforte (-2,4%), a Parigi (-2,15%) e a Londra (-1,43%).
Entrando nel dettaglio dei prodotti agroalimentari, lo scenario non è dei migliori. L’export dei prodotti agroalimentari made in Italy negli Stati Uniti ha segnato, nel 2024, il miglior risultato di sempre, con un valore di 7,8 miliardi e una crescita del 17% rispetto all’anno precedente (fonte Coldiretti). E pertanto, secondo una stima di Coldiretti, sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo che graverebbe sui consumatori americani con l'introduzione dei dazi.
Ma a preoccupare è soprattutto il conseguente e prevedibile calo delle vendite, che danneggerà inevitabilmente le imprese italiane, oltre a incrementare il fenomeno dell’italian sounding.
Va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. Senza dimenticare l’aumento dei costi di stoccaggio, tanto più sensibili se legati alla deperibilità del prodotto.
L’altro fattore che preoccupa è il pericolo di perdere quota di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati, favorendo la concorrenza da parte di altri Paesi colpiti in maniera meno pesante dai dazi.
Von der Leyen: “Siamo nella tempesta"
"Chi colpisce uno di noi colpisce tutti e siamo pronti a rispondere - ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen - Non è troppo tardi per i negoziati, ma l’Europa ha tutto ciò che serve per affrontare la tempesta”.
Meloni: "Misura sbagliata"
"L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti - ha scritto su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l'obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei".
Lollobrigida: "Non facciamo oroscopi"
"Da Paese esportatore i dazi preoccupano, il 20% è un dato importante ma aspettiamo di capire esattamente quali saranno gli effetti delle scelte dell’amministrazione americana - ha detto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, in un'intervista a Repubblica - In una trattativa i risultati si giudicano alla fine. Ora dobbiamo evitare una guerra commerciale che non è utile a nessuno. Il nostro obiettivo è collaborare con l’Unione europea e con i nostri alleati occidentali e strategici, come gli Usa, per trovare soluzioni che tutelino l’interesse nazionale italiano, europeo e americano. Però adesso evitiamo allarmismi: la politica seria si basa sull’analisi dei dati, non facciamo oroscopi".
Cia: "Ridefinire la politica dei mercati globali"
Serve subito una risposta ferma e immediata dell’Ue per aprire una trattativa e scongiurare una guerra commerciale con un’escalation devastante in cui perderebbero tutti - ha commentato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini - La politica dei dazi è sbagliata e controproducente, adesso non bisogna andare in ordine sparso ma agire uniti come Europa, con un approccio non di sudditanza. Occorre un’azione diplomatica rapida, forte e decisa”.
"Va recuperato, insomma, quel sogno europeo di coesione che aveva animato i padri fondatori e che si è via via sgretolato, con gli Stati membri sempre più arroccati su posizioni e interessi nazionalistici, ritrovando un approccio condiviso e mirato per reagire alle forzature di Trump - ha aggiunto - Allo stesso tempo è necessario ridefinire le politiche di globalizzazione, che evidentemente stanno mostrando tutte le loro crepe, anche attraverso il ruolo del Wto (World Trade Organization)”.
Coldiretti: "Iniezione di risorse economiche e diplomazia"
“L’Europa deve rimanere unita più che mai in questa fase e dialogare con un'unica voce, mettendo in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - Burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. Ci vuole un'iniezione di nuove risorse economiche. Investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore. Servono nuove risorse per internazionalizzazione e in questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati. Dobbiamo diventare più competitivi abbassando costi imprese”.
"Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Va messa in in campo la diplomazia - ha aggiuntoil segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo - "L’Italia e l’Europa devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti".
Confagricoltura Bologna: "Colpite le conserve vegetali, Usa difficilmente sostituibili"
“I dazi al 20% sui prodotti agroalimentari europei esportati negli Stati Uniti rappresentano un duro colpo per le produzioni di eccellenza del sistema agroalimentare bolognese. Saranno colpite alcune filiere strategiche per il nostro territorio, a partire dal Parmigiano Reggiano e quella vitivinicola fino alle conserve vegetali e alle carni. È necessario che l’Italia difenda i propri prodotti insieme all’Unione europea, adottando una strategia uniforme per arrivare ad un negoziato costruttivo a beneficio di tutti - ha sottolineato Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna - La reazione deve essere quella di adottare una strategia unitaria e condivisa, rispondendo in maniera ferma e autorevole a quanto fatto dagli Stati Uniti per arrivare al più presto ad un negoziato che riequilibri la situazione. Gli Usa rappresentano un mercato difficilmente sostituibile per molte nostre imprese, e certamente non in tempi così rapidi. Siamo impegnati a fare di tutto per tutelare le nostre produzioni”.