“La proposta di riforma del sistema delle Indicazioni geografiche (Ig) presentata dalla Commissione europea deve essere migliorata, superando le criticità e rafforzandone l'ambizione: rappresenta infatti una grande opportunità per consolidare la politica sulla qualità agroalimentare europea”. Così Paolo De Castro, componente S&D della commissione Agricoltura del Parlamento Ue e relatore della riforma delle Ig, al termine della prima Giornata di ascolto, organizzata oggi da Origin Italia in collaborazione con la Fondazione Qualivita. Appuntamento al quale hanno partecipato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e oltre 400 rappresentanti di Consorzi di tutela e organizzazioni agricole.
“Il sistema delle indicazioni geografiche è diventato negli anni una straordinaria forza economica con un indotto di oltre 75 miliardi di euro, di cui 17 realizzati in Italia, capace di coniugare sostenibilità ambientale e sociale. Il tutto, senza costare un euro al bilancio dell'Unione – ha continuato – Abbiamo già iniziato un esame approfondito della proposta e ci auguriamo di arrivare, entro giugno, a definire le linee guida che saranno alla base delle modifiche”.
Capacità operative e di governance sempre più efficaci per i Consorzi
Modifiche che dovranno puntare alla maggiore operatività dei Consorzi, al rafforzamento della tutela dei prodotti Ig, anche per contrastare il problema delle evocazioni e delle imitazioni diffuse nel mondo, e della semplificazione. A questo proposito De Castro ha ipotizzato l'idea di dividere i grandi consorzi di tutela da quelli di dimensioni più ridotte, le cui istanze potrebbero essere gestite direttamente dagli Stati membri, in linea con quanto stabilito dal regolamento europeo.
“Il lavoro dei Consorzi – ha aggiunto l'eurodeputato Pd – potrebbe essere favorito facendo leva sulle competenze specifiche della direzione generale Agricoltura della Commissione Ue, alla quale dovrà essere demandata tutta la gestione politica, e dell'Euipo, l'Ufficio Ue per la proprietà intellettuale dei marchi, nel campo della protezione delle proprietà intellettuali”.
Una storia di successo
“Insieme ai consorzi di tutela e ai loro produttori – ha concluso De Castro – dobbiamo approfittare di questa riforma per valorizzare le nostre eccellenze agroalimentari, rafforzando un sistema che rappresenta senza dubbio una delle storie di maggiore successo della politica europea. I tempi che abbiamo a disposizione sono piuttosto ristretti, tuttavia con un gioco di squadra tra Paesi membri, in particolare di quelli mediterranei, possiamo raggiungere l'obiettivo della conclusione della riforma entro il secondo semestre del 2023, sotto la presidenza spagnola dell'Ue”.
Patuanelli: “Portiamo in Ue la visione strategica delle Ig italiane”
“Tre punti fermi ci devono guidare in questo processo di riforma – ha spiegato il ministro Stefano Patuanelli – Il mantenimento del legame con il territorio, il rafforzamento del sistema di tutela e il potenziamento del ruolo dei Consorzi”.
“I Consorzi di tutela devono essere i veri protagonisti del nuovo sistema di qualità europeo per garantire tutela e promozione, ma acquisire anche nuove competenze riguardo al controllo dell’offerta e commercializzazione delle produzioni. Tutti gli attori della filiera e le istituzioni – ha concluso il ministro Mipaaf – devono fare sistema per portare in Europa la nostra visione strategica del futuro delle Ig. Il gioco di squadra è decisivo per affrontare i temi e le riforme attualmente in discussione a livello europeo”.
Origin Italia insieme per una proposta condivisa da portare in Ue
Nel corso del seminario, aperto dal presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi, sono stati illustrati gli elementi chiave della proposta di Riforma, mettendone a fuoco i punti prioritari e delineando le posizioni del sistema italiano sui vari passaggi. In particolare gli interventi di Riccardo Deserti, presidente di oriGIn, Stefano Fanti, vicepresidente Origin Italia, e Leo Bertozzi, del Board oriGIn Eu, hanno sottolineato l'importanza di intervenire per rafforzare il valore strategico del sistema, gli strumenti di tutela e anche il ruolo dei gruppi come motore delle filiere Dop e Igp.
“Le Regioni devono avere un ruolo attivo e propositivo, a partire dalle istanze sollevate dai protagonisti del sistema in occasioni come quella di oggi”, ha osservato Alessio Mammi, assessore all’agricoltura dell’Emilia-Romagna, che ha evidenziato come particolare attenzione debba essere posta sui temi della sostenibilità, della protezione e sul ruolo dei Consorzi, sottolineando – in linea con gli altri relatori – che “il modello italiano delle Indicazioni geografiche deve essere in grado di affermarsi a livello europeo”.