03 aprile 2020

Delpozzo: “Scenari inediti, il mondo delle spedizioni è rallentato”

73

Definisce Nord Ovest spa il tour operator delle mele, dei kiwi, dell'uva, delle susine: “il nostro mestiere è portare le merci in giro per il mondo”. Con estrema chiarezza Massimo Delpozzo, responsabile commerciale dello spedizioniere internazionale, guardando a oggi con lucidità, a ieri con un pizzico di nostalgia, e al futuro con il giusto piglio imprenditoriale, da spettatore privilegiato racconta quello che sta vivendo il mondo delle spedizioni marittime di ortofrutta. Una chiacchierata ricca di spunti, di riflessioni, di considerazioni. Partendo da quello che forse è stato l'ultimo sprazzo di normalità, almeno per questo settore: Fruit Logistica (Berlino, 5-7 febbraio 2020).

Prima, però, è doveroso un richiamo all'attività di Nord Ovest. Lo spedizioniere marittimo gestisce, in import ed export, l'intera catena logistica delle merci, anche deperibili come l'ortofrutta: stoccaggio e trasporto della merce, gestione documentale e doganale, posizionamento del container: “coordiniamo la spedizione del magazzino al porto”, sintetizza Delpozzo.

In principio era solo la Cina, dopo l'Italia…

Massimo Delpozzo, CSO di Nord Ovest

Massimo Delpozzo, CSO di Nord Ovest

“All'ultima edizione di Fruit Logistica  si commentava l'assenza della Cina, ma per noi era ancora una stagione normale – osserva il responsabile commerciale di Nord Ovest -. A distanza di poco tempo stiamo operando in scenari inesplorati, in poche settimane è cambiato il mondo e pertanto anche il nostro modo di lavorare”. Poi, da cinese il problema è diventato perlopiù italiano: l'iniziale corsa nei supermercati per riempire la dispensa ha fatto esplodere i traffici interni, spostando l'attenzione dei clienti di Nord Ovest verso la Gdo. Contestualmente lo spedizioniere italiano, come tutta la filiera, ha dovuto fare i conti con le fake news. Il riferimento è alle iniziali discriminazioni del prodotto made in Italy, tacciato di essere potenzialmente infetto, tanto da essere richiesta una improbabile certificazione “virus free”. Ma poiché, per dirla con le parole di Papa Francesco, “siamo tutti fratelli sulla stessa barca in questa tempesta” questa prima fase è durata relativamente poco: tutto il mondo è oggi alle prese con il coronavirus. La circolazione delle merci non è stata arrestata ma, rallentata.

…poi è arrivata la pandemia

La seconda fase è stata quella del lockdown mondiale.  Il risultato, spiega Delpozzo, è un generalizzato, quanto fisiologico, rallentamento. “Le merci vanno e vengono – puntualizza il manager – non sono ferme. Ma è l'apparato a essere rallentato. I porti lavorano, le dogane pure, al momento non si è perso prodotto. L'attenzione è alta sul mercato indiano, dove sono in transito volumi molti elevati. Al momento, comunque, non si segnalano container respinti, persi, rifiutati”.

Quanto a Nord Ovest, la riorganizzazione del lavoro per difendersi dal coronavirus è stata tutto sommato indolore: “Abbiamo da sempre una componente IT molto marcata – racconta Dalpozzo -. Abbiamo quindi fin da subito attivato lo smart working. Per chi resta in ufficio e per gli autisti, sia quelli interni, sia quelli in contoterzi, sono stati implementati i protocolli del Governo, distanze da mantenere, misure più restrittive riguardo all'igiene, utilizzo delle mascherine e così via”.

All'impatto sanitario segue quello economico

Circa il futuro prossimo, Delpozzo non appare ottimista: “Siamo all'ergastolo, la fine della pena è lontana. Il problema è nuovo – aggiunge – e pertanto nessuno è pronto ad affrontarlo, ciascuno applica la sua logica. A fine pandemia ci sarà il problema economico-finanziario, mi aspetto una lunga coda”.

Insomma, secondo la visione del manager, l'impatto economico sarà pesante, al pari di quello sanitario. D'altro canto chiusure e rallentamenti determinano a prescindere un decremento dei fatturati: si dovrà fare i conti con le compagnie marittime che prevedono incassi rapidi, mentre il mercato nazionale è sbilanciato sulla dilazione dei pagamenti.

Il 2020 senza coronavirus? Un ottimo anno

L'ultima domanda è stata d'obbligo: che 2020 sarebbe stato, senza pandemia? “Sarebbe stato un ottimo anno –  conclude Delpozzo senza esitazione -. Dopo un buon 2019 guardavamo a quest'anno con positività. Ma, nonostante la situazione estremamente delicata, non abbiamo messo da parte nessun progetto. Cerchiamo di essere costruttivi, lavoriamo sulla strategia. Altrimenti sarebbe l'inizio della fine”.

Potrebbe interessarti anche