25 novembre 2020

Dieci anni di sostenibilità nel bilancio 2020 di Federdistribuzione

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La Distribuzione moderna punta sempre di più sulla sostenibilità, così come evidenzia il Bilancio di sostenibilità di settore 2020 (Bss), realizzato da Federdistribuzione in collaborazione con Altis (Alta scuola impresa e società dell'Università Cattolica di Milano), che è giunto alla quarta tappa di un percorso decennale, avviato con la prima edizione pubblicata nel 2012, e che sarà presentato giovedì 26 novembre alle 15, visibile al pubblico sul sito ansa.it.
Il Bilancio esplora sei macro aree di rendicontazione (clienti, collaboratori, fornitori, ambiente, comunità, comunicazione e trasparenza) attraverso ben 103 indicatori più un indicatore unico, novità 2020, che rappresenta la media, per area e per edizione, della percentuale di diffusione tra le aziende delle pratiche comuni analizzate. Diventa così uno strumento riassuntivo, di immediata lettura, per comprendere come l'impegno delle aziende distributive in termini di sostenibilità sia progredito in questi ultimi anni.

“Con il lavoro di analisi di Altis, nostro partner sin dall'inizio di questa avventura, abbiamo potuto osservare come la diffusione delle pratiche di sostenibilità sia in costante aumento nelle aziende della distribuzione che, muovendosi spesso in anticipo, hanno raccolto sfide che sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile di tutto il Sistema Paese”, commenta Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione che con Stella Gubelli, responsabile area consulenza di Altis, presenterà giovedì 26 novembre il Bilancio 2020.

Il Bilancio 2020 rendiconta la percentuale di diffusione delle pratiche nelle aziende, facendo un raffronto con l'edizione 2017 (anno di pubblicazione del precedente Bss), ma presenta anche un quadro delle attività svolte dalle aziende della Distribuzione moderna nel 2020 per fronteggiare l'emergenza Covid: negozi alimentari sempre aperti, diventati un presidio fondamentale per la popolazione; più spazio al Made in Italy negli assortimenti, per sostenere le filiere più colpite; donazioni a istituti sanitari ed enti di ricerca; la collaborazione con enti caritativi per la raccolta e donazione gratuita di prodotti o per l'organizzazione del recapito della spesa nelle case; la “spesa sospesa” e la consegna gratuita a domicilio alle categorie di persone più fragili come gli anziani o le persone impossibilitate a lasciare la propria abitazione.

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