Un solo sportello doganale per tutto il territorio europeo, al fine di sdoganare le merci in ingresso nella Comunità in maniera semplice, veloce, efficiente. Un sistema analogo per tutti gli stati membri, che semplifica la vita delle aziende coinvolte nelle attività di import ed export, al cui centro c'è la digitalizzazione. E' questa la proposta della Commissione europea che, consapevole dei gravosi passaggi che compongono gli aspetti burocratici del trasporto internazionale delle merci, messo a dura prova dalla pandemia, mira a fornire un unico portale in cui le imprese e agli operatori economici potranno immettere dati. I quali, virtualmente, saranno consegnati alle dogane e alle altre autorità coinvolte. Due i risultati attesi: il coordinamento delle attività che girano intorno all'importazione e all'esportazione dei prodotti, anche ortofrutticoli; una panoramica chiara, a livello comunitario, delle merci che entrano e che escono. Le ricadute positive sui tempi e sui costi, una volta che lo sportello sarà operativo, sono di fatto scontate.
Lo scenario attuale: si spreca tempo e si rischia
Chiunque sia coinvolto in un'attività di import e export extra Ue lo sa bene: le formalità sono infinite e dispendiose. Il coinvolgimento di diverse autorità afferenti a settori differenti, infatti, innesca un processo perverso, in cui le imprese non fanno che trasmettere le stesse informazioni a più enti i quali, a loro volta, utilizzano ciascuno il proprio portale, ciascuno le proprie procedure. Una pratica che presenta più di una criticità: lato azienda il tempo perso, lato autorità l'impossibilità di agire in modo congiunto nella lotta contro i rischi.
La digitalizzazione al centro del nuovo sistema
Nel sistema proposto dalla Commissione, le informazioni viaggerebbero in forma digitale lungo tutta la filiera, permettendo agli operatori coinvolti di presentarle una sola volta tramite un solo portale. Inoltre, lo sportello unico doganale permetterebbe di rafforzare la cooperazione tra le varie autorità interessate alle procedure, in modo da rendere automatiche le formalità non doganali. Va detto che lo sportello unico rientra in un progetto più ampio e di lungo periodo: dieci anni per rendere concreto un piano d'azione volto alla modernizzazione dei controlli alle frontiere, alla semplificazione degli scambi commerciali, al miglioramento dei controlli di sicurezza e di conformità, alla riduzione degli oneri amministrativi per le imprese.
Un progetto ambizioso
E' la stessa Commissione ad ammettere che “si tratta di un progetto ambizioso che comporterà investimenti ingenti a livello dell'Unione europea e degli stati membri per essere attuato nel corso del prossimo decennio. La Commissione sosterrà gli stati membri attraverso finanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza, per consentire loro di sfruttare appieno i benefici a lungo termine dello sportello unico”. D'altro canto, si mira a sveltire una mole di lavoro enorme, basti pensare che, nel solo 2018, sono stati gestiti circa 343 milioni di dichiarazioni doganali da più di duemila uffici, i quali hanno raccolto 25,3 miliardi di euro di dazi.
Intanto, in Italia
Sebbene in Italia si parli da parecchio tempo di sportello unico doganale a livello nazionale, nel concreto si è fatto ancora molto poco. Ecco perché merita di essere richiamato all'attenzione lo sportello unico doganale del retroporto del Comune di Santo Stefano Magra (La Spezia), il quale ha visto la luce l'agosto scorso. Si tratta di un servizio che, grazie alla digitalizzazione, effettua una sorta di regia tra tutti gli operatori economici coinvolti nei processi di import ed export, riducendo tempi e costi di autorizzazioni, permessi, licenze e nulla osta. Per dar vita al progetto, hanno lavorato in sinergia l’Agenzia delle dogane, gli imprenditori, l’Autorità portuale e l’Amministrazione locale.