Parla, solitario, da un palco con alle spalle un pianoforte: davanti a lui, disposti sui tre piani che compongono il nuovo Eataly, giornalisti, blogger, produttori e tutto il variegato mondo che ruota intorno al mondo del Food & Wine. Venerdì 14 marzo Oscar Farinetti ha aperto le porte, in anteprima, del nuovo punto vendita Eataly di Milano che troverà spazio all’interno dell’ex Teatro Smeraldo, caduto in disgrazia qualche anno fa, un po’ per la crisi del settore, ma soprattutto a causa di un cantiere rimasto aperto 10 anni per la costruzione di un parcheggio sotterraneo proprio davanti al suo ingresso.
«Si chiamerà Eataly Smeraldo perché non è una catena, non abbiamo cloni tutti uguali con gli stessi prezzi e le stesse referenze» ha esordito Farinetti. Là dove hanno esordito Mina e Celentano, dove si sono esibiti Jannacci e Gaber, Bob Dylan e i Rem, adesso troveranno spazio libri, frutta e verdura, il caffè sostenibile di Lavazza, le piadine dei Fratelli Maioli di Cervia, il gelato Light con latte d’alpeggio, i dolci di Luca Montersino, una cascata di cioccolato firmata Venchi e ancora pane, pizze, la carne de La Granda, una pescheria, l’ex stellato ristorante Alice di Viviana Varese con vista sulla piazza e molto altro.
«Uniremo allo spettacolo del cibo quello della musica» conferma Farinetti, poiché ci sarà musica dal vivo tutte le sere con giovani che si esibiranno proprio dal palco dove sta parlando. L’apertura al pubblico sarà domani 18 marzo. «Dovevamo aprire il 25 aprile dell’anno scorso, Festa della Liberazione, ma non è stato possibile». Ma anche la data di domani va più che bene. «Il 18 marzo del 1848 iniziarono le Cinque giornate di Milano. Anche Eataly può essere una metafora del Risorgimento italiano». Oltre alla presenza del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, domani ci sarà anche il Presidente della regione Lombardia Roberto Maroni. «Gli chiederò scusa pubblicamente. Dissi che se avesse vinto la Lega avrei aperto un kebab». Ma poi vinse veramente la Lega: «Mi sono detto: ho fatto una cavolata. Gli faremo assaggiare un manzobab».
Provoca Farinetti, nel finale, come nel suo stile: verrà issato un cartellone con la sua versione del primo articolo della Costituzione «L’Italia è un Repubblica fondata sulla bellezza». Appare anche Cino Tortorella, il “mago Zurlì”, che invece vuole convincere il Papa a cancellare la gola come peccato capitale. Da martedì i tre piani del nuovo Eataly di Milano, che hanno mantenuto le vecchie colonne dell’ex teatro, si apprestano a diventare uno dei luoghi del food griffato più gettonati della città, posizionato in una zona strategica, vista la sua vicinanza ai nuovi grattaceli del quartiere Garibaldi, allo storico quartiere Brera e non lontano dalla stazione centrale.