Con un curriculum di 15 borse di ricerca assegnate dal 2017 al 2019, torna domani per 15 giorni “I limoni per la ricerca“, l'iniziativa di Fondazione Umberto Veronesi in esclusiva con Citrus l'Orto Italiano ideata per divulgare i benefici nutrizionali dei limoni e raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica tramite la vendita di speciali retine acquistabili nelle principali catene della gdo italiana.
L'edizione 2020, dal 15 al 30 aprile, in piena emergenza coronavirus è ricca di aspettative. “Le emergenze di ieri sono le stesse di oggi, per questo il progetto I Limoni per la Ricerca quest’anno assume un valore ancora più importante. La ricerca non si ferma e come noi la pensano tutti i nostri partner della Grande distribuzione organizzata che quest’anno sono ancora più motivati – dice la Ceo e Founder di Citrus, Marianna Palella – Oggi più che mai, dunque, è importante sostenere e portare avanti la ricerca scientifica, un impegno che peraltro Citrus ha preso dalla sua nascita scegliendo quotidianamente di devolvere parte del ricavato delle proprie vendite per sostenere borse di ricerca d’eccellenza. In questo modo finora siamo riusciti a sostenere il lavoro di 24 ricercatori”.
Da domani i limoni siciliani di varietà primofiore – non trattati in superficie, selezionati e scelti da Citrus – saranno venduti in speciali retine da 500 grammi distribuite in tutta Italia attraverso la rete di supermercati, ipermercati e discount allo stesso costo di sempre, 2 euro. Per ogni retina venduta, 40 centesimi saranno devoluti a Fondazione Umberto Veronesi per finanziare la ricerca: un esempio di collaborazione tra fornitore e grande distribuzione, con un obiettivo comune di responsabilità sociale.
“Proprio per quanto sta accadendo nel nostro Paese, ci sentiamo ancora più coinvolti in questo progetto collettivo a sostegno della ricerca scientifica. E con noi abbiamo i partner della distribuzione organizzata che da Nord a Sud Italia hanno aderito con ancora più convinzione. Oggi come non mai abbiamo bisogno di essere tutti uniti”, conclude Marianna Palella.