Mentre fervono i preparativi, nonché l'attesa, per l'apertura del più grande parco agroalimentare del mondo, Fico Eataly World – anche se a quanto pare c'è qualche problema con le autorizzazioni dei Vigili del Fuoco – l'insegna di Farinetti è come sempre al centro dell'attenzione non solo per le tante aperture che continuano ad essere in cantiere, ma anche per la questione della quotazione in Borsa.
“Che ci quoteremo non c'è dubbio, lo faremo quando saremo pronti, nel 2018 o 2019”. Questa la dichiarazione, rilanciata dalle agenzie, di Andrea Guerra, presidente esecutivo del gruppo Eataly, che è intervenuto sullo sbarco dell'insegna di Farinetti in Borsa a margine della presentazione dell'osservatorio Altagamma a Milano.
“Il percorso va avanti, e ci stiamo preparando, stiamo crescendo bene” continua Guerra che ha dato numeri sicuramente incoraggianti sull'andamento del ruppo: “Stiamo crescendo bene, abbiamo finito il 2016 a 385 milioni. Il 2017 sarà sui 470-475. L'Ebitda margin sta crescendo “anche con le aperture” e quest'anno l'ebitda è previsto in crescita. Abbiamo una serie di aperture importanti: Los Angeles, la prima sulla costa ovest in nord America, il 15 novembre apre Fico e a fine gennaio apriamo Stoccolma. Il lavoro non ci manca”.
A fine ottobre, il 31, il cda di Eataly si riunirà e verranno prese le decisioni in merito al collocamento in Borsa, ad esempio quale percentuale collocare – Farinetti vorrebbe il 30% – e dove (Milano o New York). Ritornando al fronte aperture, invece, entro la fine del 2017, Eataly dovrà invece scegliere quale sarà il suo compagno di viaggio per l'inizio dell'avventura in Cina dove è necessario un partner locale, percorso che poi toccherà anche Shanghai e Pechino con altre aperture. E nel 2019 sarà la volta invece di Londra. Come sostiene Farinetti, Eataly è ad oggi l'unica vera azienda italiana del settore food retail italiano internazionale.