L’obiettivo è quello di riuscire a superare i problemi logistici legati al trasporto intercontinentale per raggiungere mercati come quelli di Cina, Australia e Giappone. Dove, peraltro, c’è grande apprezzamento e richiesta. Stiamo parlando del radicchio di Treviso Tardivo Igp e del nuovo progetto denominato EcoOrt, approvato dalla Regione Veneto, e che vede capofila l’azienda veronese Geofur e il coinvolgimento di Ortoromi, nonché il supporto tecnologico di Ozone Application Specialist di De Nora Next, il contributo scientifico dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (Cnr-Ispa) di Bari e dell’Istituto Agronomico mediterraneo di Bari. Del progetto fanno parte anche Consorzio di tutela radicchio rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, Confcooperative regionale e provinciale, Confagricoltura Verona, Op Nordest e Verona Innovazione.
In concreto si tratta di cercare di realizzare tecnologie di refrigerazione innovative attraverso l’utilizzo dell’ozono, sia per conservazione fissa che trasportabile, per aumentare la shelf-life del prodotto, ma anche la sua salubrità e con sistemi eco-compatibili. La fase di sperimentazione sta coinvolgendo enti di ricerca e la prima prova di trasporto avrà come destinazione Mosca per la presentazione al World Food Moscow 2014, anche se un’anticipazione avverrà in occasione di Fruit Logistica a Berlino che inizia mercoledì 5 febbraio.
«La refrigerazione passiva – spiega Paolo Manzan, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP – consentirà di conservare l'ortofrutta a temperature prossime allo zero, senza ventilazione e con livelli di umidità più elevati rispetto ai sistemi di refrigerazione tradizionale; questo garantirà un allungamento della shelf life di prodotti soggetti a disidratazione come il Radicchio, consentendo al prodotto di raggiungere in condizioni ottimali mercati oggi irraggiungibili se con a costi proibitivi legati al trasporto aereo».