01 dicembre 2022

Effetto autunno caldo sulle fragole del sud

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Nei mercati non mancano le fragole del sud, l'inizio di una campagna che permette di avere prodotto italiano per 12 mesi l'anno. Sulla produzione e la qualità incidono sempre di più i cambiamenti climatici come ci ha illustrato Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea e uno dei massimi esperti di fragole. A myfruit.it ha parlato sia delle fragole in vendita ora sia di quelle piantate ad ottobre. Entrambe colpite, con effetti diversi, dall'autunno in modalità climatica estiva.

Tanta luce e caldo a settembre e ottobre

Partiamo dalle fragole presenti ora in commercio. “Si parla del 10-20% della produzione a cima radicata che sta acquisendo sempre maggiore importanza  perché registriamo una spinta verso la precocità dell'offerta. Parliamo della pianta in vasetto e come periodo dalla fine di agosto a inizio settembre. Il prodotto  che si raccoglie ora”. Andata bene? “L'andamento quasi estivo delle temperature  e la luminosità  ha permesso un grande sviluppo  vegetativo e  si sono create tutte le condizioni per la fruttificazione”.

Si parte dalla Sicilia, Marsala in testa

Vediamo la produzione attuale delle fragole dal punto di vista geografico dopo il debutto, nel mese di ottobre,  del prodotto veronese. “Le prime del sud sono quelle dalla Sicilia, una  produzione significativa con la varietà Florida Fortuna, parliamo di cima radicata – spiega  Baruzzi – L'area di Marsala è quella  dominante“. Dalla Sicilia al continente: “Con la Calabria e il Metapontino che ritardano un po', ma ci sono anche aziende che stanno raccogliendo volumi significativi”.

Problemi da segnalare? “A primavera si avrà una marea di fiori che daranno frutti di scarsa qualità, ma ricordiamo che  l'obiettivo delle aziende è ottenere una produzione invernale“. Abitualmente pagata meglio. “Se il coltivatore ottiene un buon reddito con la produzione invernale va bene e può accontentarsi di una più limitata in primavera”.

Cambiamenti rispetto al 2021? “Non ho ancora i dati, ma secondo le prime impressioni il Metapontino ha mantenuto le stesse superfici o registra un piccolo calo. Uno delle maggiori preoccupazioni è la mancanza di manodopera”.

Le varietà piantate ad ottobre hanno sofferto di  stress termico

Anche su questa seconda ondata vi è un'influenza dei cambiamenti climatici: “Il clima di settembre e ottobre  con tratti estivi  ha inciso profondamente sulla coltura della fragola. La pianta fresca in arrivo dalla Polonia e dalle montagne della Spagna trapiantata nella prima decade di ottobre  aveva già qualche ora di freddo e lo sbalzo termico ha provocato anche reazioni  drammatiche, alcune  hanno subito stress da trapianto  con percentuali di fallanza molto alta, in alcuni casi fino al 50%“. La resilienza dipende anche dalla qualità della materia prima. Un altro fenomeno evidenziato da Baruzzi è il  ristoppio. ovvero: “Si mantiene la struttura e si cambia la pianta. Questo metodo rappresenta un risparmio per il  produttore, ma conferma che la fragolicoltura è sotto stress economico“.

Parlano i produttori di Marsala e del Metapontino 

Iniziamo dalla Sicilia con il produttore di Marsala Vito Di Girolamo: “Non sta andando bene, si è sentito il troppo caldo e siamo indietro anche se un po' stiamo raccogliendo”. Le quotazioni? “Rispetto all'anno scorso i prezzi sono molto più bassi, si vendeva da 12  a  15  euro il kg, oggi al massimo si ottengono 10 euro. Sono poi aumentate le spese per plastica, concimi, energia e manca la manodopera che chiede e con ragione una maggiore retribuzione. Risulta difficile arrivare a marzo”.

Con Francesco Nicodemo ci spostiamo nel Metapontino, più precisamente a Scansano Ionico, con Frutthera Growers che commercializza con il marchio Matera. “Per ora facciamo uno stacco settimanale con poche fragole, un buon prodotto con un prezzo lordo che si attesta sui 7/9 euro il chilo“. Anche in Basilicata incidono gli aumenti dei costi. Il mercato? “Vendiamo alla Gdo e ai mercati all'ingrosso, in particolare da Roma a salire  e compresa la Puglia“.

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