24 agosto 2017

English Market di Cork. Quando un mercato è l’attrazione principale di una città

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In Italia molti mercati coperti rionali stanno vivendo una sorta di seconda giovinezza, o perché recuperati, ristrutturati e rivitalizzati con spazi e offerte in linea con le tendenze gourmet che ormai dominano incontrastate, o perché hanno resistito all’inarrestabile avanzata della distribuzione moderna e si sono ritagliati, magari all’interno di uno specifico quartiere, un ruolo da baluardo dell'eccellenza qualitativa alimentare.

Vero e meno che sia, l’offerta di “nuovi” mercati di questo tipo nel nostro Paese non manca e, solo per fare qualche esempio, possiamo citare, tra quelli che si sono rifatti il look, il Mercato di Piazza Santa Maria del Suffragio a Milano o il nuovo Mercato Centrale di Firenze, o invece, tra gli inossidabili e storici, il Mercato Coperto di Piazza Wagner, sempre a Milano, o l'antico, risalente alla fine dell'800, Mercato Orientale di Genova. Ma l'elenco è numeroso naturalmente.

A Cork, in Irlanda, terza città dopo Dublino e Belfast, e con una fama che vede anche l’offerta alimentare essere un vanto per questa piccola e meridionale cittadina dell’isola, il Mercato coperto locale, l’English Market, è una vera e propria istituzione, meta abituale per fare la spesa non solo degli abitanti, ma anche di molti turisti stranieri, tanto da essere segnalato su un po’ tutte le guide d’Irlanda come attrazione imperdibile, se non addirittura la più importante, quando si giunge da queste parti.

Cos’ha di speciale? Prima di tutto origini e storia, risalenti al 1600, e poi un’offerta che spazia da specialità provenienti da tutto il mondo così come super locali e tipiche, un'occasione sicuramente interessante per capire cosa si consuma in un luogo che non si conosce.

L’ortofrutta? Ovviamente non manca: frutta e verdura non sono probabilmente l’attrazione numero uno dell’English Market di Cork, ma certamente al suo interno spicca una bella offerta, variegata, colorata, ben esposta, ovviamente non solo a Km 0. I berries, come da tradizione anglosassone, dominano e spuntano sugli scaffali di un un po’ tutti i negozi, ma non mancano neanche le mele locali, di varietà che ai consumatori italiani risultano pressoché ignote, ma dal gusto acido e succoso, croccanti al palato e vendute anche direttamente da produttori locali. Curiosità: se le pesche piatte anche qui non mancano, le nettarine piatte, invece, almeno per noi sono certamente una novità, qui invece presenti su più banchi.

Tra faraoniche esposizioni di pesce e carne, due eccellenze locali molto ricercate, all’ora di pranzo c’è chi preferisce consumare uno spuntino in piedi o magari uno smoothies o un fruit juice nella parte centrale del mercato, oppure salire al piano superiore per consumare il proprio pasto seduto al bancone o ai tavoli dove vengono servite molte delle materie prime che si trovano in basso. Ed è forse proprio qui che si respira l’atmosfera più originale, assaporando le specialità locali e osservando dall’alto il brulicare, sempre molto ordinato e mai gridato, che si consuma in basso. Da ragazzi con zaino in spalla a famiglie provenienti da qualsiasi parte del mondo, tutti si mettono ordinatamente in fila per un sandwich di pollo, del merluzzo o, per i più golosi e goduriosi, un piatto di ostriche, magari accompagnate da una buona birra Stout locale o da un semplice bicchiere d'acqua (gratuito).

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