Si intitola “Un castagno da salvare” il libro pubblicato nei giorni scorsi da Ocildo Stival (tecnico della Comunità Montana) ed Elena Zanotti (tecnico incaricato sul progetto interregionale “I castagneti dell’Insubria”) per portare alla conoscenza dell’opinione pubblica lo stato di salute dei castagneti della Val Trompia (BS) e salvaguardarne il futuro. Il volume, partendo da un’indagine territoriale riguardante le antiche varietà di castagno e gli ecotipi più rappresentativi della realtà
territoriale triumplina, auspica un piano di salvaguardia e rilancio della coltivazione del castagno da frutto, a partire da quelle tipologie e varietà che hanno contraddistinto fino alla metà del secolo scorso la cosiddetta civiltà contadina. Con tale pubblicazione, inoltre, gli autori hanno inteso anche colmare un vuoto di memoria generazionale che negli ultimi 50 anni ha contraddistinto la coltura del castagno. Nella prefazione del libro è scritto tra l’altro: “La castanicoltura, dopo essere stata, nei decenni passati, la principale fonte di sostentamento delle popolazioni montane, ha vissuto una stagione di decadimento ed abbandono alimentato da ragioni sociali (emigrazione, spopolamento, invecchiamento), economiche (la fornitura di piante per l’industria del tannino era più vantaggiosa della produzione), patologiche (comparsa e recrudescenza di Cryptonectria parasitica). Nell’ultimo decennio, sostenuta anche dall’intervento dei soggetti territoriali competenti, allo scopo di preservarne il ruolo e le valenze storico-culturali, paesaggistiche, idrogeologiche e genetiche, la castanicoltura ha manifestato sintomi evidenti di risveglio ed interesse suffragati da riscontri positivi di mercato e risposta dei consumatori”. I contributi di Ocildo Stival e di Elena Zanotti intendono quindi riflettere anche sui possibili sviluppi nel breve – medio termine della castanicoltura in Val Trompia.
09 luglio 2014
Esce il libro “Un castagno da salvare”
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