Dopo la presa di posizione di Coop (vedi qui), anche un altro nome di riferimento del mondo della grande distribuzione italiana come Esselunga ha deciso di esprimere la sua opinione sul tema delle aste al doppio ribasso. Un argomento, quest'ultimo, che ha catalizzato l'attenzione di moltissimi media dopo l'inchiesta de L'Internazionale, nonché dopo le tragiche morti dei braccianti extracomunitari di inizio agosto nel foggiano, impegnati proprio nella filiera del pomodoro da industria, oggetto dell'indagine del settimanale.
“Il Gruppo Esselunga ha adottato un proprio codice etico che impone il rispetto dei diritti umani fondamentali e la dignità delle persone” si legge in un comunicato che la nota insegna milanese ha pubblicato lunedì 13 agosto. “Ci impegniamo costantemente nella prevenzione di ogni forma di sfruttamento. Allo stesso tempo chiediamo ai nostri fornitori il rispetto di questi principi, pena l'esclusione dalla nostra rete commerciale”.
Anche per quanto riguarda il tema delle aste al doppio ribasso, tema che ha rivolto i riflettori soprattutto su Eurospin, leader del comparto discount in Italia, Esselunga ha sottolineato come “non ha mai fatto ricorso alla pratica delle aste elettroniche per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari, nel rispetto dei propri valori e a tutela dei suoi clienti e dei suoi fornitori. Coerentemente con questi principi, a settembre 2017, abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali al fine di favorire un mercato più trasparente e per evitare effetti distorsivi nei rapporti di filiera”.
Coop e Esselunga non sono le uniche insegne che si sono esposte per dichiarare la loro estraneità da questa forma di acquisto che punta a strappare il prezzo più bassa ai fornitori: Francesco Pugliese, ad di Conad, Giorgio Santambrogio, ad del Gruppo VéGé nonché presidente di ADM, associazione della distribuzione moderna, nonché Mario Gasbarrino, ad di Unes/U2 si sono sono più volte espressi con parole anche molto forti contro questa pratica attraverso svariati interventi sui Social. Quest'ultimo, poi, ha smentito i numeri pubblicati da un articolo de la Repubblica circa i margini di guadagno su una passata di pomodoro, mostrando quelli della catena dei supermercati che dirige, il tutto ben sintetizzato da un articolo pubblicato sul magazine on line Retailwatch (vedi qui).