Attenzione a non generare confusione nel consumatore dandogli troppe informazioni. E’ questo in sintesi, il messaggio che la Corte dei Conti europea vuole lanciare con la relazione speciale Etichettatura degli alimenti nell’Ue - I consumatori possono perdersi nel labirinto delle etichette.
Informare sì, ma non troppo
“Questo audit - si legge nella relazione - è stato effettuato alla luce del crescente interesse dei consumatori, delle istituzioni dell’Ue e di altri portatori di interessi circa le informazioni sugli alimenti. Con questa relazione la Corte ha verificato se l’etichettatura degli alimenti nell’Ue aiuti i consumatori a prendere decisioni consapevoli nel momento in cui acquistano prodotti alimentari”.
La conclusione delle verifiche della Corte è così sintetizzata: “La Corte conclude che, complessivamente, l’etichettatura degli alimenti nell’Ue può aiutare i consumatori a prendere decisioni più consapevoli al momento dell’acquisto, ma ci sono notevoli lacune nel quadro giuridico dell’Ue e debolezze nel monitoraggio, nella rendicontazione, nei sistemi di controllo e nelle sanzioni. I consumatori si trovano dunque di fronte a etichette che possono generare confusione, essere fuorvianti o non sempre comprensibili”.
Un quadro giuridico da rivedere
Le lacune, dunque, starebbero principalmente nel quadro giuridico. “La Corte - prosegue la relazione - ha riscontrato che il quadro giuridico dell’Ue stabilisce quali sono le informazioni essenziali che devono figurare sulle etichette degli alimenti, ma sette degli 11 aggiornamenti previsti non sono stati completati. Gli Stati membri hanno attuato diverse iniziative per compensare la mancanza di alcuni elementi del quadro dell’Ue. Ciò limita la capacità dei consumatori di compiere scelte consapevoli e causa disparità nell’accesso dei consumatori ad alcune informazioni relative agli alimenti nei diversi paesi dell’Ue”.
Sempre secondo il documento, la Corte ha anche riscontrato che le nuove pratiche in materia di etichettatura adottate dalle imprese del settore alimentare aumentano la complessità del sistema e possono generare confusione o risultare fuorvianti per i consumatori.
Inoltre, la Commissione e gli Stati membri non monitorano sistematicamente le esigenze dei consumatori e la loro comprensione delle etichette, nonostante vi siano prove del fatto che i consumatori non sempre comprendono le etichette. Per affrontare questo problema è fondamentale informare ed educare i consumatori, ma gli Stati membri hanno organizzato campagne di sensibilizzazione per i consumatori solo sporadicamente.
“Gli Stati membri - precisa la Corte - sono tenuti a istituire sistemi di controllo e a verificare se le imprese alimentari applichino correttamente le norme in materia di etichettatura. Questi sistemi sono stati posti in essere, ma i controlli sulle informazioni volontarie e sul commercio al dettaglio online non sono sufficienti”.
“Per quanto riguarda le violazioni - aggiunge - le sanzioni pecuniarie non sono sempre dissuasive, efficaci o proporzionate. Gli Stati membri e la Commissione stilano relazioni sull’esito dei rispettivi controlli, ma la Corte ha constatato che le modalità per tale rendicontazione comportano molto lavoro e il valore aggiunto non è chiaro”.
Le raccomandazioni
Concludendo il proprio lavoro, la Corte dei Conti europea raccomanda alla Commissione di colmare le lacune del quadro giuridico dell’Ue in materia di etichettatura degli alimenti e di impegnarsi maggiormente per analizzare le pratiche in materia di etichettatura.
Inoltre occorre monitorare le aspettative dei consumatori e intraprendere azioni per aiutarli a capire meglio le etichette degli alimenti, nonché rafforzare i controlli degli Stati membri sulle etichette volontarie e sul commercio al dettaglio online e o migliorare la rendicontazione relativa all’etichettatura.