Obiettivo un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.
Parte dal Brennero, dove Coldiretti è presente con centinaia di agricoltori, giovani imprenditori e dirigenti, la grande mobilitazione per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Proposta sostenuta da 10mila agricoltori che tra oggi e domani giungeranno alla frontiera del Brennero e che grazie alle operazioni delle forze dell’ordine vedranno verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti.
La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.
Lo scenario
Oltre otto italiani su dieci (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa al Brennero, con 10mila agricoltori guidati dal presidente nazionale Ettore Prandini, che nei due giorni giungeranno alle frontiere per difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano. Per l’occasione è stata allestita la tavola del fake in Italy, l’italian sounding di casa nostra, con un vero e proprio menu dal primo al dolce fatto con lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre tutto di provenienza estera.
Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio, Coldiretti punta a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale.
Del tutto anonimi anche i legumi in scatola, magari venduti in confezione con colori o segni che richiamano l’italianità – rileva Coldiretti – così come le confetture di frutta o di verdura trasformata, come marmellate e sottoli.
Niente etichetta d’origine anche per ortaggi e frutta di IV gamma e noci e pistacchi sgusciati, per i quali dovrebbe però aprirsi uno spiraglio dal prossimo anno, né per carne di coniglio e di cavallo. Restano inoltre completamente anonime le portate sui menu dei ristoranti.
“Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei –dichiara Prandini – La nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.
Piemonte presente
“Dinanzi all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore, chiediamo maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola. I valichi e i porti non possono continuare a essere un colabrodo da cui passa di tutto. È necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo”, dichiara Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo.
“Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee”, sostiene il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
La mobilitazione di Coldiretti rappresenta anche una risposta all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’audit concluso lo scorso dicembre in merito ai Decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto. “E pesa anche – denuncia Coldiretti Cuneo – l’esclusione dalla direttiva breakfast di prevedere l’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.
Non manca la Sardegna
Sono in centinaia anche dalla Sardegna gli agricoltori e allevatori della Coldiretti che hanno sfidato le difficoltà dei trasporti per essere presenti al valico del Brennero e dire stop al cibo contraffatto e proteggere il made in Sardinia e made in Italy. Dal Sassarese al Nuorese, passando per la provincia di Oristano e Cagliari, gli agricoltori sardi in viaggio dal cuore della notte stanno arrivando al Brennero dove in due giorni saranno oltre 10mila gli agricoltori Coldiretti riuniti in manifestazione per alzare la voce a tutela della salute dei consumatori e in difesa del reddito delle nostre aziende.
Fonte: Coldiretti