Mele e pere arrancano sotto la spinta della concorrenza olandese e belga mentre continuano a crescere l'uva senza semi e i frutti di bosco. Queste le tendenze dell'export di frutta made in Italy in Europa captate da Eurogroup Italia, la società che commercializza frutta italiana per il Gruppo Rewe colosso tedesco della grande distribuzione presente in 14 Paesi europei attraverso le insegne Rewe, Billa e Penny Market, quest'ultima presente anche in Italia.
«Quest’anno pere e mele stanno subendo una stagnazione nell'export in Germania dovuta alla forte concorrenza di Paesi come Olanda e Belgio che hanno abbondanza di questi prodotti – spiega Annabella Donnarumma, amministratore delegato di Eurogroup Italia – sono Paesi da cui i tedeschi si sono sempre approvvigionati di mele e pere ma quest'anno, vuoi per prezzo, per vicinanza geografica e quindi costi e tempi di logistica sono molto minori, le nostre pere e mele fanno un po' fatica, nonostante prodotti come la mela Pink Lady o la pera Abate debbano essere acquistati in Italia».
Continuano invece a crescere le esportazioni di uva senza semi. «Ogni anno vediamo una crescita a discapito di uva con semi – spiega Donnarumma – una tendenza che riguarda soprattutto i Paesi del Nord Europa e le giovani generazioni. Vediamo anche una crescita nell'export dei piccoli frutti, in particolare frutti di bosco, anche se i mirtilli spagnoli stanno andando molto bene».
Nel complesso, le esportazioni italiane arrancano nell'area dell'Est Europa, dove Paesi come Romania, Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria, preferiscono “fare acquisti” in Grecia. «Nei Paesi dell'Est i prodotti italiani non sono ancora molto presenti, sono Paesi che si approvvigionano da loro stessi o da un Paese come la Grecia, attrattivo per vicinanza geografica e vantaggio economico soprattutto per certi prodotti, ad esempio nettarine e kiwi».