L'entrata in vigore della nuova Politica agricola comune (Pac) sarà rimandata dal 2021 al 2023 se entro il 30 ottobre non saranno pronti nuovo Bilancio Ue e riforma. E' la posizione approvata dalla commissione Agricoltura dell'Europarlamento sul regolamento transitorio della Pac che prolunga l'efficacia dei regolamenti oltre il 2020. Gli eurodeputati chiedono anche un fondo anticrisi da oltre 400 milioni di euro in aggiunta alla normale dotazione finanziaria. La posizione adottata ieri dalla commissione Agricoltura con il voto da remoto (il cui esito è dato per acquisito anche se sarà ufficializzato solo oggi) dovrà essere negoziata con il Consiglio Ue: l'obiettivo è di arrivare a un accordo entro il 30 giugno.
Il protrarsi del negoziato su bilancio Ue e riforma Pac ha spinto, dunque, la Commissione europea a proporre, alla fine del 2019, un periodo transitorio di un anno prima dell'entrata in vigore della nuova Pac, dal 2021 al 2022. Gli eurodeputati chiedono di fatto l'entrata in vigore nel 2023, visto che è molto improbabile che la riforma sia pubblicata in Gazzetta Ue a ottobre. La ComAgri propone poi che – se il budget pluriennale Ue 2021-27 non fosse approvato in tempo – i tetti di spesa Pac restino quelli del 2020, mettendo di fatto gli agricoltori al riparo dai tagli proposti dalla Commissione europea per il periodo finanziario post 2020. Tra le altre misure approvate, anche un accesso più facile al fondo contro le perdite di reddito degli agricoltori, la possibilità di autoregolamentazione per i produttori organizzati di olio e, per il vino, l'estensione del periodo di validità dei diritti di impianto delle viti fino al termine del periodo transitorio.
Per l'agricoltura europea servono “certezze” e il testo messo a punto dalla commissione Ue va nella direzione giusta. Lo dice la ministra Teresa Bellanova. “L'agricoltura europea, che in ogni Paese sta garantendo la filiera alimentare e il cibo ai cittadini, ha bisogno di certezze e ha bisogno di risorse. Il testo approvato oggi dalla commissione Agricoltura del Parlamento europeo coglie questa necessità e questa urgenza”.
“In particolare – prosegue la ministra – e tra le altre richieste comunque significative, considero di rilievo, in linea con le nostre sollecitazioni in questi mesi e in queste settimane di drammatica emergenza, la richiesta di estensione dell'attuale Pac mantenendo inalterati gli attuali livelli di finanziamento, evitando all'Italia tagli di quasi il 4% sui pagamenti diretti e di oltre il 15% sullo sviluppo rurale; il rafforzamento della riserva di crisi finanziata con risorse extra-Pac per 400 milioni annui; il rafforzamento degli strumenti di gestione della crisi con una diminuzione dal 30 al 20% delle soglie minime di perdita di reddito o di produzione anche per i fondi mutualistici; il recupero dei diritti di impianto dei vigneti permettendo ai nostri viticoltori di utilizzare i loro diritti in portafoglio e non perdere migliaia di ettari di potenziale vitivinicolo”.
“Importante in questa direzione – sottolinea la minsitra – il grande lavoro e l'impegno di Paolo De Castro con cui l'interlocuzione e il confronto sono costanti e proficui”. Paolo De Castro che, a sua volta, commenta: “La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha deciso di rinviare di due anni la riforma della Politica agricola comune, ovvero al 31 dicembre 2022, di prorogare i fondi europei attuali evitando tagli inaccettabili sul budget Pac, di rafforzare gli strumenti per fare fronte ai rischi aziendali e alle crisi di mercato, come quella generata dall'emergenza coronavirus”.
“Abbiamo mantenuto l'impegno preso nei confronti dei nostri produttori – continua il coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell'Europarlamento – E' una vittoria di cui andiamo fieri come gruppo S&D. Dopo oltre 200 votazioni diamo il via libera ai regolamenti transitori per estendere di due anni l'attuale Pac e non di un solo anno, come proponeva l'Esecutivo Ue. Il nostro testo rappresenterà la base su cui avviare i negoziati inter-istituzionali con l'Esecutivo e i ministri dell'Agricoltura Ue, con l'obiettivo di un accordo sul testo entro la scadenza della presidenza di turno croata, il 30 giugno“.