E’ vero che l’embargo russo sui prodotti agroalimentari dell’Unione Europea continua a essere molto penalizzante per tante aziende italiane, ma è altrettanto vero che possono aprirsi nuovi spiragli nei mercati dell’Europa orientale, anche per il comparto della frutta secca. A scriverlo è stato in questi giorni il quotidiano economico Il Sole 24Ore, che ha riferito di una visita, avvenuta la scorsa settimana, da parte di dieci aziende italiane al mercato ortofrutticolo di Varsavia, una piattaforma che movimenta ogni anno oltre un milione di tonnellate di prodotti (circa come quella di Milano), con oltre 20 mila aziende agricole conferenti e 450 distributori, per un giro d’affari che arriva fino a 12,5 milioni di euro al mese. Tra le aziende in visita a Varsavia è stato presente anche il Gruppo Besana, leader europeo della frutta secca, che sul mercato polacco già realizza il 7% del proprio fatturato (171 milioni) e che a sud di Lublino, riferisce Il Sole 24Ore, “ha già venduto impianti «chiavi in mano» di noce su 225 ettari, con l’obiettivo di raggiungere i 1.000 ettari entro il 2015”. Anche altre aziende, oltre al Gruppo Besana, hanno già avviato importanti accordi e operazioni di business in Polonia. Pare quindi che si stiano aprendo nuove opportunità sia in Polonia sia nell’est europeo in generale, supportate peraltro anche da Macfrut, la rassegna internazionale organizzata da Cesena Fiera, la quale ha organizzato un road show nell’Est europeo insieme a UniCredit, già presente in Polonia dal 1999.
09 marzo 2015
Export di frutta secca, si guarda a est
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