La crisi economica generata dalla pandemia da Covid-19 ha contribuito ad accelerare la svolta green dei consumatori, come confermano alcune recenti ricerche. Nonostante una riduzione delle possibilità di acquisto, una discreta fetta di persone ha optato per “comprare meno, ma comprare meglio”, premiando in molti casi prodotti provenienti da filiere controllate, come quelle Fairtrade. Myfruit.it ne parla con Thomas Zulian, direttore commerciale Fairtrade Italia.
“Da parte nostra, guardando al 2020, non possiamo che reputarci fortunati nella situazione generale di crisi del Paese: al di là delle perdite nel settore della ristorazione collettiva, dovuta alla chiusura delle scuole e delle mense dove sono distribuite le nostre banane, complessivamente la domanda da parte dei consumatori di frutta fresca proveniente dalle filiere Fairtrade si è mantenuta e in alcuni casi è cresciuta. Questo significa che la sostenibilità è un driver su cui puntare per le aziende”, commenta Zulian.
Filiere ortofrutticole a prova di crisi
L'equilibrio tra la grande distribuzione organizzata e il mondo produttivo nel caso delle filiere Fairtrade, ad esempio ananas e banane per quello che riguarda l’ortofrutta, non è così critico, perché il rapporto commerciale si basa su relazioni di lunga durata. “Questo è uno dei principi chiave previsti dai nostri Standard – spiega il manager – I trader italiani che scelgono di approvvigionarsi da filiere del commercio equo certificato, poi, si impegnano a versare una somma di denaro extra oltre al prezzo della frutta, il Premio Fairtrade, per promuovere delle iniziative di cui tutta la comunità dei soci o lavoratori può beneficiare: ad esempio, corsi di formazione, l’acquisto di attrezzatura o di prodotti per il miglioramento della produzione; oppure si possono finanziare la costruzione di scuole, ambulatori o sale ricreative. Infine, per chi acquista da produttori agricoli certificati ad esempio in Ecuador, Perù o Repubblica Dominicana, vi è l’obbligo a corrispondere un prezzo stabile, il Prezzo minimo Fairtrade, che copre i costi minimi di produzione”.
Nuovo salario base nei Paesi di origine delle banane
Il sistema Fairtrade lavora costantemente sulle proprie filiere, in partnership con le aziende, per sviluppare dei progetti innovativi che coprano i tre pilastri della sostenibilità: quello sociale, economico e ambientale. “La grande novità che ci aspetta quest’anno riguarda i Paesi di origine delle banane – rivela Zulian – Paesi nei quali le organizzazioni sono strutturate sotto forma di aziende agricole con lavoratori dipendenti (quindi non cooperative di soci, ndr). Qui, a partire dal primo luglio 2021, Fairtrade ha stabilito il pagamento di un nuovo Salario base che sarà pari al 70% dei valori del salario dignitoso previsto per il settore e l’area geografica di riferimento, e destinato a crescere negli anni successivi. Fairtrade è l’unico tra i sistemi di certificazione a fare un passo in avanti così significativo verso la determinazione e il pagamento di un salario dignitoso ai coltivatori. Il nuovo Salario base Fairtrade garantirà ai lavoratori abbastanza per il cibo, le spese sanitarie e per l’istruzione e altre uscite essenziali per i lavoratori e le loro famiglie, più un extra da mettere da parte per gli imprevisti. Si tratta di una svolta epocale“.
“Questo traguardo per i lavoratori è un motivo di orgoglio anche per le aziende italiane che in questi anni hanno scelto di approvvigionarsi dalle nostre filiere di banane – aggiunge Zulian – E' un risultato che abbiamo raggiunto insieme, e d’altra parte è una di quelle cose che per una fetta di consumatori può fare la differenza al momento dell’acquisto”.
L'etica del discount
I prodotti certificati Fairtrade sono presenti sia nelle catene della grande distribuzione, partner storici, sia nei discount. “Con questi ultimi abbiamo instaurato collaborazioni molto interessanti. Di frequente il miglioramento dell’esperienza a punto vendita e dell’assortimento a prezzi competitivi vengono indicati come gli elementi di successo dei discount. Questi aspetti sono sicuramente fondamentali, ma a mio avviso, un ulteriore tema che spesso viene sottovalutato nelle analisi sul forte sviluppo di questo formato, è il crescente impegno di alcuni discount sulla sostenibilità delle catene di fornitura, che li aiuta a intercettare una fascia di consumatori attenti alla sostenibilità, spesso i più giovani”, conclude Thomas Zulian.