03 novembre 2022

Fairtrade lancia la prima non-fungible banana

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In occasione della prossima Conferenza sul Clima COP27 in programma dal 6 novembre in Egitto, Fairtrade, l’organizzazione internazionale capofila del sistema di certificazione del commercio equosolidale, lancia la prima Non-Fungible Banana, (Nfb). Questa iniziativa vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che il cambiamento climatico rappresenta per i cibi più amati, da cui migliaia di agricoltori nel mondo dipendono per il loro sostentamento.

Perché Fairtrade partecipa a COP 27? A Sharm El-Sheikh Fairtrade porterà la voce di più 1,8 milioni di produttori agricoli di tutto il mondo, tra cui coltivatori di caffè, cacao, banane. Come espresso estesamente in un position paper dedicato, esorterà i leader dei Governi e del settore privato ad accelerare e a rafforzare gli sforzi a tutela dei diritti dell’uomo e dell’ambiente nelle filiere, li inviterà ad affrontare le annose ingiustizie del commercio e ad assicurarsi che i meccanismi su cui si basa la finanza per il clima raggiungano anche produttori agricoli più piccoli.

La delegazione Fairtrade a COP27 richiamerà l’attenzione sulla promessa dei 100 miliardi di dollari per il clima attesi entro la fine del 2022, chiedendo che la finanza per il clima e i programmi coinvolgano anche i piccoli produttori agricoli e pmi. Allo stesso tempo è urgente trovare degli accordi su dei Regolamenti che affrontino le cause all’origine del degrado ambientale, come la deforestazione; e che gli agricoltori, le PMI e i lavoratori siano aiutati a sostenere i costi dell’adattamento e della mitigazione.

L’Ultima Banana, la Nfb, sarà il simbolo dell’azione di Fairtrade a Cop 27. Prende ispirazione dal grande interesse che riscuotono i Non-Fungible Token (Nft), ma a differenza di questi ultimi non si può acquistare e non è stata prodotta con un processo a consumo di energia. Sarà presentata il 10 novembre e sarà in mostra nel padiglione della Fao di Cop 27 come monito inequivocabile ai delegati in visita sul fatto che il futuro del sistema alimentare mondiale è in bilico. L’Ultima Banana sarà visibile anche attraverso lo spazio virtuale on line.

“L’Ultima Banana è l’avvisaglia che Fairtrade vuole lanciare alla comunità globale: se non osiamo fare un passo in avanti e acquisire soluzioni più inclusive e ed eque per il clima, che coinvolgano anche contadini e agricoltori, perderemo per sempre alcuni dei nostri cibi preferiti” ha dichiarato Melissa Duncan, executive director di Fairtrade International.

Perché proprio la banana? Le banane sono senza dubbio il frutto più diffuso al mondo. E con un valore di export globale stimato in 7 miliardi di dollari all’anno, per le economie di molti paesi la loro coltivazione rimane un pilastro essenziale.

Per più di 450 milioni di persone nel mondo la banana e il platano (frutto tropicale simile alla banana) restano una coltura fondamentale per molte popolazioni. Ma tra l’impatto del cambiamento climatico e le malattie delle piante che ne minacciano la coltivazione, come Fusarium TR4, il futuro della banana è a rischio. Si tratta di una realtà davvero preoccupante, come viene messo in luce anche dallo studio Fairtrade and Climate Change diffuso da Fairtrade International alla fine del 2021.

Secondo i risultati dello studio, i pattern climatici estremi generati dal cambiamento climatico verosimilmente causeranno severi colpi alla produzione agricola in alcune regioni chiave nel mondo, dal Latino America fino alle regioni asiatiche sul Pacifico. I produttori di banane nei Caraibi e in America Centrale, ad esempio, affronteranno meno piogge e più temperature estreme, mentre nel Sudest asiatico e in Oceania si vedrà un aumento del rischio di cicloni tropicali.

“I contadini e gli agricoltori sono in prima linea nell’affrontare la crisi climatica e hanno le conoscenze per mitigarla e affrontarne i rischi a beneficio della collettività” ha continuato. Duncan “se i governi non li includeranno nelle decisioni prese a COP27 e non li metteranno nelle condizioni di essere custodi delle riserve di cibo del pianeta, l’unico futuro per uno dei cibi più amati non potrebbe che essere una banana NFB digitale”.

“Sappiamo già che l’impatto della crisi climatica è sentito maggiormente dalle comunità agricole a basso reddito attraverso ondate di calore senza precedenti, siccità disastrose, uragani devastanti e nubifragi rovinosi” ha dichiarato Juan Pablo Solis, senior advisor per il clima e l’ambiente a Fairtrade International. “L’Ultima Banana vuole ricordare in modo forte a tutti noi – dai leader globali ai consumatori – che nessuno può considerare il proprio cibo come qualcosa di scontato. La crisi climatica attuale ci avvisa che L’Ultima Banana non è poi così lontana”.

Fonte: Fairtrade Italia

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