Il caro spesa non sono zucchine, finocchi, melanzane che in queste settimane si vendono a prezzi più alti rispetto al solito. Sono bazzecole rispetto ai veri rincari: le bollette impennate del 100%, senza dimenticare il peso dell'inflazione su carburanti e materie prime. Duro il j'accuse sulla narrazione dei prezzi alle stelle delle verdure. I grossisti alzano la voce con Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati-Confcommercio che denuncia una gogna mediatica.
Di Pisa: “Vent'anni fa le zucchine si vendevano quasi a 5 euro”
Non bisogna fermarsi al cartellino del prezzo e guardare con cura tutto lo scenario economico: “In questo momento così difficile dal punto di vista economico, dati gli aumenti in corso per energia e gas anche del 100% e i prezzi da record per i carburanti, puntare il dito per gli aumenti del 20/25% su finocchi zucchine e kiwi mi pare insensato e del tutto fuorviante”.
Parole di Di Pisa che ha ripreso in mano i listini di vent'anni fa e cita meteo e clima. “Molto spesso, in questo periodo dell’anno per questioni ad esempio climatiche, abbiamo assistito ad un aumento di prezzo per alcune tipologie di prodotti (a gennaio 2002, vent’anni fa, le zucchine si vendevano a 4,5 euro e i cavolfiori a 3,5 euro), pertanto il momento attuale non fa certo eccezione”.
Ma sono a buon mercato agrumi, patate, cavoli
Se la zucchina oggettivamente è cara, si fa il pieno però di prodotti a buon prezzo. Anche sotto il loro valore. Ecco i prodotti indicati dal presidente degli operatori dei mercati ortofrutticoli: “Vorrei sottolineare che abbiamo anche tanti prodotti, tutte le crucifere (cavolo, cavolfiore, broccoli, rape, crescione, ravanello…Ndr) ad esempio piuttosto che le patate e gli agrumi, che ora hanno prezzi contenuti e verso i quali il consumatore in difficoltà si può orientare per far tornare i propri conti”. Ed è oggettivo che anche al dettaglio si riesca a comprare gli agrumi a prezzi modesti.
Il fine mese stentato non è di certo colpa di frutta e verdura
La situazione non è semplice, ma Di Pisa sottolinea: “Se tante famiglie faticano ad arrivare a fine mese non è di certo per il costo di frutta e verdura ma per un caro bollette insostenibile, a cui purtroppo, a differenza dei prodotti alimentari, non vi è alternativa se non quella di riaccendere candele e camini”. E dai territori, dalla Sardegna alla Romagna, gli operatori lanciano l'allarme sui prezzi energetici surriscaldati.