“Il nostro obiettivo è produrre sempre più mele biologiche“. Esordisce così Andrea Fedrizzi, responsabile marketing e comunicazione di Melinda, che aggiunge: “Il progetto bio è iniziato da poco e i risultati che abbiamo raggiunto sono ragguardevoli. In poco più di due anni siamo passati da 80 a 300 ettari convertiti, da duemila a 14mila tonnellate disponibili, da 50 a 150 produttori coinvolti”.
L’obiettivo al 2025 è di arrivare a una superficie produttiva coltivata con metodo biologico di 500 ettari: “Grazie al coordinamento del consorzio – spiega il manager – stiamo creando dei bio-distretti, ossia delle aree particolarmente vocate in cui convertire tutta la produzione”.
Dalla produzione al confezionamento, massima attenzione al bio
Oltre ai bio-distretti, Melinda ha messo a punto anche una sala di confezionamento dedicata alle mele biologiche, nonché un packaging totalmente biodegradabile: “Si tratta di un vassoio in carta erba, ricoperto con film in bioplastica Mater-Bi di Novamont e anche i bollini sono biodegradabili – spiega Fedrizzi – Per ora questo pack è dedicato solo alle mele bio, in futuro lo proporremo anche per le nostre mele provenienti da agricoltura integrata”.
Calibri e colorazione ideali
Quanto alla stagione in corso, oltre all’incremento della produzione bio, ci sono buone notizie un po’ su tutti i fronti: “Quest’anno sono 420mila le tonnellate di mele raccolte – racconta Fedrizzi – Dei 6.700 ettari in produzione, solo una minima parte è stata colpita da grandinate. Il prodotto di quest’anno è ideale nei calibri e nella colorazione“.
Cresce anche la produzione di mele club: “Man mano stanno entrando in produzione i nuovi impianti – prosegue – e stiamo così incrementando l’incidenza delle nuove varietà sul resto del raccolto. Il che non fa che aggiungere valore alla produzione“.
Il 70% delle mele Melinda resta in Italia
Infine, l’export: “Melinda è la mela italiana degli italiani – conclude Fedrizzi – Pertanto, il 70% della produzione rimane nel mercato interno. Quanto al restante 30%, stiamo investendo in comunicazione in Spagna, che riteniamo essere un mercato simile a quello italiano e stiamo iniziando a lavorare nel Far east, in particolare Hong Kong e Vietnam. Soprattutto per il prodotto bio, la Germania continua a essere un buon mercato”.