L’innesto erbaceo in orticoltura è una pratica sempre più utilizzata ma spesso, purtroppo, si scontra con una conoscenza ancora deficitaria da parte degli agricoltori circa le appropriate tecniche di coltivazione. Nascono quindi difficoltà nel momento della scelta del portainnesto più adatto alle loro specifiche esigenze. Le variabili da prendere in considerazione, in effetti, e in particolare nella coltivazione del pomodoro, sono molteplici: dalla struttura del terreno alla qualità dell’acqua, dal periodo del trapianto alla lunghezza del ciclo di coltivazione passando, non ultimo per importanza, dalla tipologia di prodotto da innestare, sia essa cherry, grappolo, allungato e via via all’interno delle molte varietà di pomodoro da innestare.
«Una scelta complessa che, non di rado, porta gli agricoltori alle prime esperienze con questo tipo di coltivazione a raccogliere risultati molto deludenti» afferma Francesco Loprevite, direttore ricerca dell’azienda Fenix Seeds & Consulting, società sementiera e di consulenza strategica di riferimento nel settore. «Una delle scelte che più frequentemente si dimostrano errate è, per esempio – continua Loprevite – quella di utilizzare portinnesti molto vigorosi che sbilanciano l’equilibrio vegeto/riproduttivo della pianta». Fenix, a questo proposito, ha presentato sul mercato dei portinnesti intraspecifici (L. esculentum X L. esculentum) denominati Blue Devil F1 (di medio bassa vigoria) e il Red Devil F1 (di medio alta vigoria) molto equilibrati, semplici da gestire e che permettono all’agricoltore di affrontare cicli lunghi di coltivazione.
Quali i vantaggi nello specifico? «Sono numerosi e garantiscono sia un miglioramento nella preparazione delle piantine in vivaio – altissima germinabilità, facilità di innesto grazie all’ottimo e facile allungamento dei cotiledoni – sia un ottima qualità del prodotto in azienda. Il vivaista potrà quindi seminarli contemporaneamente al nesto, usufruire di germinabilità ed energia germinativa altissima e di un’eccellente affinità di innesto con tutte le tipologie di pomodoro. L’agricoltore, invece, si troverà a coltivare una pianta molto equilibrata e quindi più semplice da gestire da un punto di vista nutrizionale». Non a caso sia Blue devil che Red Devil stanno ricevendo ottimi riscontri in un areale di grande pregio nella coltivazione del pomodoro come quello di Pachino, in provincia di Siracusa, come portainnesto per le varietà marmande e ciliegino. «Garantiscono il mantenimento della forma e del colore tipico assicurando la resistenza alle malattie radicali più diffuse».
Blue e Red devil si adattano a tutte le tipologie di pomodoro (grappolo, datterino, ovetto, ecc.) garantendo continuità di produzione anche nei cicli lunghissimi, precocità di maturazione, mantenimento della forma tipica del frutto, miglioramento del colore e del sapore. «Durante l’inverno la migliore affinità permette un’ottima resistenza al freddo delle piante che porta ad una produzione più continua e ad una maggiore salubrità della pianta».
Il Blue devil in particolare, infine, mostra anche una peculiarità unica nel suo genere. «Sì. Stimola il nesto ad aprire l’apparato fogliare stringendone la lamina così da permettere una migliore circolazione dell’aria (ottimo per i trapianti autunno/invernali) all’interno della serra, una più agevole scacchiatura dei getti ascellari ed una più facile gancettatura del fusto». Caratteristiche che, trattandosi di radici di pomodoro, consentono all’agricoltore una gestione più agevole della pianta per quanto riguarda le concimazioni e la gestione dell’acqua. «Per quest’ultima, in particolare, si registrano minori presenze di spaccature dei frutti durante il periodo invernale rispetto all’utilizzo di portinnesti interspecifici».
Infine la ricerca, asset fondamentale per un’azienda sementiera. «Fenix sta lavorando ad una nuova generazione di portinnesti grazie ad un progetto internazionale tra il proprio genetista e alcune Università europee e americane per l’introduzione di nuove resistenze. Seguendo la stessa linea di ricerca la Fenix ha sviluppato un ibrido intraspecifico di melanzana già in commercio denominata Black Devil F1 e sta lavorando ad una nuova linea di melone ibrido che mantiene le qualità organolettiche del nesto».