Altro che fase 2 e fase 3, al mercato alimentare di Milano gli accessi sono superiori ai mesi precedenti la pandemia e si sta già lavorando al futuro. Hanno ripreso vita, seppure con ritmi rallentati – i cantieri per il restyling della struttura. Lavori necessari al lancio del nuovo Foody entro il 2025. La vera sfida è fare fatturato come Parigi (due miliardi e mezzo di euro) e Madrid (due miliardi) e aumentare il dignitoso ma non sufficiente miliardo del bilancio milanese. Circa un terzo di Parigi. C’è da recuperare con gli investimenti, la tecnologia, il networking. Questi gli obiettivi espressi da Cesare Ferrero, presidente di SogeMi nella diretta sulla pagina Facebook di Italmercati.
Più attività rispetto al periodo precedente la pandemia
Il vertice dell’ente gestore del Mercato Agroalimentare di Milano – diviso in ittica, fiori, carne e ortofrutta – ha affrontato numerosi temi, ma tutti legati dal filo della resilienza. Per rafforzare la foto sulla ripresa il presidente Ferrero ha condiviso in diretta un grafico molto chiaro nel quale, attraverso i colori, sono stati evidenziati i giorni corrispondenti alle zone rosse, alle zone arancione e poi il post lockdown: “Si vede l’evidente recupero di attività – sottolinea il presidente – Nelle ultime settimane si è fatto meglio del periodo precedente la pandemia”. Tutto bene, ma con una precisazione: “I dati fotografano gli accessi, non i volumi di scambio”.
Ferrero: “Sempre aperti, ma non si è valorizzato il dato”
La circolazione è ripresa, ma il presidente vuol far notare che nonostante alcuni periodi di rallentamento del traffico: “Noi siamo rimasti sempre aperti, non ci siamo fermati un giorno. Abbiamo contatto 360mila presenze in mercato, ma nessuno ci ha chiesto niente. Il mercato agroalimentare è stato straordinario, ma non si è dato valore”. Qui trovate i dati della scorsa settimana.
I vantaggi del brand Foody
C’è da far crescere la reputazione e ottimizzare l'informazione sulle funzioni economiche e anche sociali svolte dal mercato. Una strada è quella del brand Foody, acquisito da Expo al termine delle sue attività, e su questo, ovvero sui vantaggi di questa scelta, ha posto la domanda Paolo Merci, direttore del Mercato di Verona. “Il mercato alimentare è un mercato di brand di prodotto, di brand della distribuzione alimentare, della logistica e anche nel nostro settore di attività è importante – la risposta di Ferrero – I benefici si misurano nel medio termine, ma già ora registriamo dei segnali importanti. Stiamo potenziando l’identità del modello distributivo milanese, un brand rassicurante sul prodotto che transita nel nostro mercato”.
La sfida di Ferrero è fare i fatturati di Parigi, Madrid, Barcellona
Una competizione che il presidente sposta oltre i confini nazionali: “Inseguiamo i nostri colleghi di Parigi, Madrid, Barcellona che fanno il doppio e più del nostro fatturato”. Tradotto in numeri a Milano il bilancio è di un miliardo contro i due miliardi e mezzo della capitale francese. Per conquistare spazio commerciale si punta nel rendere efficiente la struttura che risale al 1965 ovvero cinque decadi abbondanti. E si sentono. Quando si parte? “Siamo già partiti, poi ci ha fermato la pandemia”.
Ma il pubblico è : “Più lento di un terzo”
I cantieri sono stati riattivati, il primo intervento da 100 milioni di euro sarà pronto per il 2002. Il nuovo Foody entro il 2025”. Ottimismo della volontà e pessimismo della ragione: “Purtroppo abbiamo il codice degli appalti e dunque la nostra velocità è ridotta di un terzo rispetto a quella media oppure impieghiamo un terzo in più di tempo rispetto al privato”. In ogni caso si arriva dopo, anche se si cita il format del ponte Morandi di Genova: “Un modello positivo e vincente, ma non c'è bisogno di un commissario straordinario, basta una procedura facile ed efficiente”.
Si punta sulla tecnologia per la massima sicurezza alimentare
Per fare bene serve un buon rapporto con gli operatori ed è fresco di nomina il nuovo direttivo Fedagro. “Si tratta di un mondo variegato. Un direttivo che ha l’interesse per un nuovo mercato aiuta il gestore nel cambiamento”. Una svolta arriva dall'innovazione tecnologica: “Nel comparto ittico è tracciato il 100% dei prodotti, stesso discorso si dovrebbe fare nell'ortofrutta. Sicurezza alimentare è la parola chiave che spiega la funzione del mercato nella città”. Chiaro il messaggio: la tecnologia c'è, serve la condivisione. Un mercato forte è fondamentale per la città e si è visto durante l’emergenza sanitaria: “Il mercato all'ingrosso ha rappresentato un’infrastruttura necessaria, cosa sarebbe successo alla distribuzione senza la nostra vicinanza al centro urbano?”.
L'intervento di Pallottini: “Troppi mercati in Italia?”
Riflessioni che rimandano alla geopolitica in dimensione urbana. E sul tema è intervenuto il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini: “Abbiamo troppi mercati in Italia?”. Per il presidente Ferrero non è una questione numerica, ma di organizzazione e usa la metafora della struttura aeroportuale: “Ogni città ha diritto al suo mercato, ma poi ci sono gli hub internazionali e gli scali locali. Così dovrebbe essere anche per i mercati alimentari”.