Ferrero, la multinazionale del dolciario, incorona un anno record di investimenti, pari a 646 milioni di euro. Ad annunciarlo è stato ieri il quotidiano economico Il Sole 24Ore, che scrive tra l’altro: “Dal bilancio consolidato di Ferrero International Sa depositato in Lussemburgo emergono nuovi elementi sul 2015: la società ha spinto al massimo sulla crescita effettuando investimenti record per 646 milioni, 109 in più dell’esercizio precedente; le due acquisizioni, la turca Oltan group e la britannica Thorntons, sono state valutate, rispettivamente, 256 milioni e 129,5 milioni di euro. Inoltre la holding ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 800 milioni, di cui un pagamento in contanti per gli azionisti di 300mila euro, mentre i residui 500 milioni sono stati trasformati in un debito subordinato fruttifero a lungo termine con scadenza dicembre 2021”.
Attualmente la holding Ferrero International Sa annovera nel suo gruppo 78 società e 22 stabilimenti produttivi, con una presenza commerciale in oltre 160 paesi del mondo.
“Il bilancio consolidato, chiuso in agosto 2015 – scrive ancora Il Sole – registra un fatturato di 9,542 miliardi (+13,4%), un Ebitda di 1,4 miliardi (1,29 miliardi nel precedente esercizio) pari al 14,6% dei ricavi, un utile operativo di 1,05 miliardi (982 milioni) e un utile netto di 513 milioni (636), dopo aver pagato imposte per 375 milioni (271)”.
“L’anno scorso l’industria dolciaria ha dovuto fare i conti con i prezzi internazionali delle nocciole e il boom dei corsi internazionali del cacao, che nell’intero 2015 sono pressoché raddoppiati a causa dei problemi produttivi dei paesi detentori (soprattutto il Ghana) e della crescita dei consumi nel mondo. Ferrero scrive che i costi operativi nell’esercizio sono cresciuti del 14,7%, più del 13,7% dei ricavi, soprattutto per l’incremento dei prezzi delle nocciole. In dettaglio, nei conti di Ferrero International il costo delle materie prime è balzato dai 3,4 miliardi del 2014 ai 4,2 miliardi del 2015. Probabilmente Ferrero non ha scaricato o non ha scaricato del tutto gli aumenti sui prezzi al consumo e questo spiegherebbe la relativa erosione del margine industriale che dal 15,4% dei ricavi 2014 è sceso al 14,6%. Comunque l’Ebitda finale 2015 è in crescita di oltre 100 milioni di euro”.