Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ritirerà la proposta di regolamento Sur (Sustainable use regulation) che mira a dimezzare l’uso dei pesticidi.
“La Commissione potrebbe presentare una nuova proposta molto più matura, con il coinvolgimento delle parti interessate”, ha commentato. In altre parole: gli agricoltori vanno ascoltati.
Lo scenario
La notizia del dietrofront dell’Ue arriva in giornate tutt’altro che facili. Gli agricoltori di tutta Europa, eccezion fatta per austriaci, danesi, finlandesi e svedesi, da giorni stanno protestando contro la burocrazia imposta dall’Ue, contro i vincoli imposti dal Green Deal per far fronte ai cambiamenti climatici, contro i prezzi bassi dei prodotti e contro l’aumento dei costi di produzione, tanto che lo scorso giovedì primo febbraio i trattori hanno assediato Bruxelles.
Ma sono numerosissime le proteste in atto, tanto che non si tratta più solo di una questione che interessa il settore prtimario: i trattori simbolo del malcontento, su invito di chi presenterà il festival della musica italiana, sono attesi anche a Sanremo, dove da oggi a sabato 10 febbraio si svolgerà la gara canora.
Coldiretti, Prandini: “Salvo un terzo delle produzioni”
Positiva la reazione di Coldiretti, secondo la quale il ritiro della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea.
“Il provvedimento – ha sottolineato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità che ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa con il maggior numero di imprese agricole che coltivano con metodo biologico su circa un quinto della superficie agricola totale e il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni”.
“Serve poi cancellare definitivamente – ha rilevato Prandini – l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori. Un caso eclatante è il Mercosur, l’accordo commerciale con i Paesi sudamericani che va respinto. Da qui la richiesta di introdurre il criterio di reciprocità delle regole produttive”.
Confcooperative, Piccinini: “Un sospiro di sollievo”
“Oggi si mette la parola fine su una proposta fortemente ideologizzata che abbiamo combattuto sin dalla sua prima pubblicazione e possiamo tirare un grande sospiro di sollievo anche se restano oggettive difficoltà per le attuali restrizioni all’uso di determinate sostanze per alcune produzioni ortofrutticole – ha riferito il presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini – La cooperazione agroalimentare è stata tra le prime organizzazioni a lanciare l’allarme già due anni fa sulle conseguenze negative che la proposta della Commissione avrebbe avuto, non solo sugli agricoltori, costretti a produrre senza difese adeguate per le colture, ma anche sui cittadini europei, che avrebbero progressivamente visto soppiantare le produzioni comunitarie da prodotti provenienti da paesi extraeuropei con standard di sicurezza alimentare di gran lunga più bassi”.
“Confidiamo che la Commissione apra anche a una profonda revisione del regolamento sugli imballaggi che proprio in questi giorni sarà oggetto di esami nel trilogo tra Consiglio, Parlamento e Commissione”, ha concluso Piccinini.
Copagri: “Scongiurate ripercussioni drammatiche”
“Il ritiro da parte della Commissione europea della proposta di regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, che avrebbe comportato insostenibili tagli da mettere in atto nei prossimi anni, viene incontro alle istanze avanzate dai produttori agricoli del nostro paese, da tempo impegnati in prima linea per assicurare la sostenibilità delle produzioni, e fa il paio con il rigetto deciso dal Parlamento Europeo un paio di mesi fa”. Lo ha detto il presidente di Copagri Tommaso Battista che ha proseguito: “Con la retromarcia della Commissione Ue è stato scongiurato definitivamente il taglio entro il 2030 del 62% dell’uso di agrofarmaci e del 50% delle sostanze attive sostitutive, che avrebbe avuto ripercussioni drammatiche sul Primario nazionale, andando a ridimensionare sensibilmente diverse filiere produttive. Per future simile iniziative si dovrà procedere con una preventiva e approfondita valutazione d’impatto delle ricadute economiche e socio-ambientali dei tagli, tenendo in debita considerazione le alternative a disposizione degli agricoltori per difendere le proprie produzioni”.
“E’ bene ricordare che si andrà comunque verso una progressiva diminuzione nel consumo di prodotti fitosanitari; e tutto questo si potrà e si dovrà farlo attraverso la genetica, ma anche grazie allo sviluppo di biostimolanti, senza contare il sempre maggiore ricorso all’agricoltura di precisione e a metodi di lotta integrata basati su antagonisti naturali – ha chiosato – Proprio il miglioramento genetico sarà una delle principali chiavi di volta per raggiungere la tanto decantata rivoluzione green, andando a coniugare concretamente la sostenibilità ambientale con quella economica”.
Ora sul tavolo rimane dunque il controverso regolamento imballaggi. Proprio su questo tema l’8 febbraio è in programma un incontro a Berlino organizzato da Pro Food.