I pomodori prodotti dall’azienda agricola F.lli Lapietra di Monopoli, in provincia di Bari, si sono aggiudicati la certificazione residuo-zero (che attesta che i residui di sostanze fitosanitarie sono al di sotto dei limiti di quantificazione analitica pari a 0,01 mg/kg), oltre ad avere ottenuto la certificazione nichel-free. Lo sottolinea con soddisfazione Enzo Lapietra, che insieme al fratello Lino gestisce una produzione in serra tra le più avanzate d’Europa.
“Il residuo-zero è stato il risultato di cinque anni di intenso lavoro – precisa Enzo Lapietra – il traguardo di una vera e propria missione. Per poter mantenere nel tempo questa certificazione dobbiamo svolgere un monitoraggio continuo delle nostre produzioni. E non solo: perfino i nostri confinanti devono tenere monitorati i loro campi! Un bell’impegno, ma ne vale la pena”.
Per quanto riguarda il nichel, i pomodori sono tra gli alimenti che ne contengono maggiori quantità assorbendone molto dal terreno. Grazie a uno speciale sistema di controllo, invece, i Lapietra garantiscono pomodori nichel-free, in grado di risolvere i problemi di chi ha sviluppato un’allergia o un’intolleranza a questo metallo.
Serre hi-tech per pomodori di qualità 365 giorni all'anno
Grazie a serre hi-tech completamente asettiche, illuminate a led e dotate di impianti di riscaldamento e raffrescamento, l’azienda agricola Fratelli Lapietra può produrre pomodori di qualità 365 giorni all’anno. Tutti i pomodori sono coltivati rigorosamente in idroponica, cioè con le radici fuori dal suolo: al posto della terra, c’è un substrato (di torba, lana di roccia, perlite) a cui vengono aggiunti acqua e sali minerali in proporzioni variabili secondo le necessità di nutrimento delle piante. La coltivazione idroponica, Enzo Lapietra l’ha studiata ‘sul campo' in tutti i Paesi a più alta vocazione produttiva di pomodori: la Spagna, l’Olanda e il Centro America. Fin da giovanissimo, guidato dalla sua passione per il pomodoro, ha visitato di persona gli impianti più innovativi al mondo, per carpirne i segreti. Poi, tornato a Monopoli, ha messo in pratica ciò che aveva imparato, dando vita ad alcune tra le serre hi-tech più avanzate d’Europa. “Siamo noi – racconta – che decidiamo temperatura, pressione dell’aria, quantità di acqua, percentuali di sali minerali. Con questo tipo di serre si potrebbero coltivare pomodori ovunque, in una piazza, sul tetto di un palazzo, nel deserto”.
Le serre si estendono su una superficie di circa nove ettari; sono illuminate da luci led e vengono riscaldate o raffrescate secondo necessità grazie ad un complesso sistema multi-variabile. L’irrigazione è ‘intelligente', il che permette un importante risparmio idrico. Il substrato viene infatti irrigato fino a 20/40 volte al giorno con piccole quantità di acqua. “Le piante bevono quello che serve, quando serve – spiega Enzo Lapietra – ed è come fare tanti piccoli pasti al giorno anziché un’unica abbuffata: si mantiene alto il metabolismo.”
Il mercato di riferimento
Il mercato di riferimento dei pomodori Lapietra è la Puglia, con estensioni in Campania, Basilicata e nel resto del Sud. C’è molta richiesta anche dal Nord Italia e dall’estero, in particolare da Austria, Svizzera e Inghilterra. Ma c’è un fatto che la dice lunga sul rapporto dell’azienda con il suo territorio. A Monopoli Lapietra è sinonimo di pomodoro. Nel solo comprensorio comunale, l’azienda sviluppa un fatturato annuo di circa 600 mila euro, il 10% del totale. Ogni anno, i Monopolitani consumano circa 200 tonnellate di pomodori Lapietra. Soddisfare la richiesta locale, con un pomodoro di qualità a km zero, è ancora una mission aziendale importante, ma è comunque in atto un progetto di crescita che consenta di ampliare la produzione per rispondere alla domanda dei mercati più lontani. Enzo Lapietra non vuole sbilanciarsi: “In cantiere c’è un progetto importante, per cui stiamo lavorando anima e corpo. Ma non voglio aggiungere altro: preferisco anteporre i fatti alle parole”.
Alla base del lavoro di quasi cento dipendenti e dell’innovazione continua che caratterizza questa realtà c’è una motivazione che può sembrare scontata e che invece non lo è affatto: l’amore viscerale per i pomodori. “Sono cresciuto – racconta Enzo Lapietra – a pane e pomodori e ho sempre trovato qualcosa di magico in questo ortaggio. Se non fossi io stesso il primo, vorace, consumatore dei miei prodotti, non avrei fatto nulla di ciò che ho fatto”.
A chi gli chiede se, coltivando pomodori in un ambiente completamente asettico, non si rischi di perdere la genuinità propria dei pomodori pugliesi, Enzo Lapietra risponde: “È vero che tutti i parametri sono controllati, ma l’aria e l’acqua sono quelle di Puglia. Sono certo che i pomodori Lapietra coltivati in serre localizzate in qualsiasi altro posto che non sia Monopoli avrebbero un sapore diverso. La natura dice sempre l’ultima parola”.