15 ottobre 2015

Fragola Candonga. In aumento le superfici dedicate

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Cresce il Club Candonga, la società consortile nata nel 2013 per unire i fragolicoltori della varietà Sabrosa Candonga® del Metapontino. Certamente una delle storie di maggior successo degli ultimi anni all’interno del mondo ortofrutticolo. Forte di indicatori positivi – in costante crescita la domanda da parte dei consumatori e la conseguente quantità di ettari di terreni dedicati alla coltivazione – entra nel vivo la nuova campagna di adesioni al Club che termina il 15 novembre.

Da qui l’invito da parte di Carmela Suriano, Ceo del Club Candonga, ad aderire al Club Candonga® “perché la partecipazione di ogni singolo imprenditore, piccolo o grande che sia – si legge in una nota del Club – è decisiva per crescere ancora ed essere protagonisti di una storia di successo dell’agricoltura del Mezzogiorno d’Italia”. Un successo che vede la Basilicata, e il territorio del Metapontino in particolare, in prima linea, tanto da essere riuscito negli ultimi anni “ad attrarre giovani oppure a persuaderli a non abbandonare la Basilicata”.

“Per quanto riguarda i programmi futuri – prosegue la Suriano – potenzieremo e ottimizzeremo le politiche di comunicazione e marketing avviate negli anni precedenti; tra queste l’Operazione Lovers, la promozione della Candonga Fragola Top Quality® nei centri agroalimentari italiani che vede coinvolti i grossisti e i dettaglianti. I mercati ortofrutticoli sono per noi molto importanti perché rappresentano lo snodo cruciale fra la domanda e l’offerta. Oltre il 50% dei prodotti che giunge ai consumatori finali infatti, passa fisicamente da qui. Nel 2015 abbiamo concentrato la promozione in Lombardia ed Emilia-Romagna. Da gennaio 2016 la estenderemo anche in altre regioni. Sarà una grande opportunità per i nuovi e gli storici Soci del Club Candonga.”

Un mercato, quello italiano delle fragole, che secondo Carmela Suriano offre ancora moltissime possibilità di crescita: “basti pensare ad esempio, che il fabbisogno di fragole in Italia nel 2015 nei primi sei mesi dell’anno è stato soddisfatto solo in parte dalle produzioni nazionali e che ben 44.000 tonnellate sono state importate da altri Paesi. Per cogliere questa e altre opportunità, anche sul piano internazionale, occorre stare uniti per il raggiungimento e mantenimento della massa critica”.

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