Tutto è pronto: inizia questa settimana, la campagna delle fragole di montagna di Vip. È previsto un buon raccolto, di circa 420 tonnellate, in leggera crescita rispetto ai volumi dello scorso anno.
Vip coltiva 15 varietà, due delle quali coprono il 60% della produzione complessiva: Elsanta e Aprica, le predilette tra i clienti del consorzio, perché ne soddisfano le richieste in termini di gusto, aspetto e shelf-life.
Da fine giugno, sono attesi anche i piccoli frutti: lamponi, mirtilli, more e ribes rosso. Si prevede un raccolto di circa 60 tonnellate complessive.
Una quota di anno in anno crescente delle fragole prodotte dal consorzio deriva dalla coltivazione fuori-suolo, a tutto vantaggio della sostenibilità del processo produttivo e della qualità e quantità dei frutti.
“Le piante non vengono coltivate nel terreno, ma in un substrato speciale posto all’interno di supporti in legno rialzati, che noi chiamiamo per semplicità tavoli.– spiega Alessio Rizzon, responsabile vendite fragole e piccoli frutti del consorzio, - Questo consente un’irrigazione e una concimazione mirate, con un approvvigionamento di sostanze variabile in base alle esigenze delle fragole, senza spreco di acqua, sostanza nutritive, fertilizzanti e terreno”.
Oltre ai vantaggi in termini di sostenibilità, questo metodo presenta altri plus: controllo preciso e mirato della maturazione dei frutti; maggiori quantità di prodotto per metro quadro; maggiore qualità (meno umidità) e pulizia dei frutti; raccolta facilitata, grazie a un lavoro più ergonomico; possibilità di ovviare al gravoso trasloco annuale della produzione per stanchezza o infertilità del terreno.
“È la nostra sensibilità alle tematiche ambientali, unita alle richieste di clienti e consumatori altrettanto attenti a questi aspetti, che ci ha spinto a ricercare dei sistemi di agricoltura che combattano gli sprechi, e che al contempo siano efficaci nel risultato in termini di continuità, quantità e qualità del prodotto”, afferma Rizzon.
Attualmente il metodo di coltivazione fuori-suolo è adottato per il 35% delle superfici coltivate a fragole, ma l’obiettivo è quello di passare almeno al 50% nei prossimi anni. “Certo, la coltivazione su tavoli richiede maggiori competenze e investimenti importanti, ma ne vale la pena, in ottica di efficienza ed efficacia”, spiega il manager.
La coltivazione delle fragole di montagna e dei piccoli frutti di Vip si concentra in una zona peculiare della Val Venosta: la Val Martello, nel cuore del parco nazionale dello Stelvio, dove l’aria fresca proveniente dal ghiacciaio del monte Cevedale fa maturare lentamente i frutti e assicura loro un gusto esclusivo.
Grazie all'altitudine delle diverse aree di produzione, che varia dai 900 ai 1.700 metri, Vip garantisce un’ottima qualità per tutta la stagione, che va da metà giugno alla fine di agosto. Il clima alpino e l’elevata escursione termica tra giorno e notte rendono il gusto e il profumo di fragole e berries particolarmente intenso e aromatico. “Certo è che il valore aggiunto è dato dai nostri agricoltori, che li coltivano con sapienza e dedizione e li raccolgono al momento giusto”, afferma il responsabile.
Tutte le superfici coltivate a fragole (compresi i terreni destinati ai metodi tradizionali) sono ricoperte da strutture a tunnel che le proteggono da pioggia e grandine.
La lavorazione è effettuata nella cooperativa Meg in Val Martello, che, per rispondere meglio ai volumi crescenti e alle crescenti richieste del mercato, quest’anno è stata dotata di due nuovissime linee di confezionamento.
Anche il packaging risponde alle linee guida della sostenibilità ambientale: vassoi, da 250 grammi di prodotto, in materiale 100% riciclato.
La distribuzione avviene per il 20% in Alto Adige (negozi delle cooperative associate a Vip, do e gdo locale) e per l’80% nel resto d’Italia, parimenti attraverso la gdo e il canale tradizionale dei mercati ortofrutticoli all’ingrosso.
Fonte: Vip