Tagliente, diretto, a tratti polemico, certamente orgoglioso. Non è la prima volta che Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, tiene banco durante convegni o tavole rotonde, figuriamoci quando gioca in casa. Ed anche questa volta, forse anche più di altre, durante la consueta conferenza stampa di fine anno che Conad organizza per fare il punto sull’anno che sta per concludersi, la verve del manager tarantino non è certo mancata. Comprese un po’ di stoccate a chi di dovere, a partire dalla politica.
«È un governo di retroguardia, dell’attimismo»
«Noi saremmo quelli che distruggono le famiglie con le aperture domenicali e che non diamo sicurezze dal punto di vista alimentare, poi guardi i dati della GDO in Italia e…» il quadro che emerge alle spalle di Pugliese recita: 1,5 milioni di posti di lavoro, 22 miliardi di contributi erariali e un valore aggiunto che vale 4 punti di Pil. «Però si sta pensando di chiudere la domenica, quando il 70% dei consumatori, secondo un nostro sondaggio interno, vero, vuole i negozi aperti la domenica. La domenica è il secondo giorno più performante. Questo è un atteggiamento di retroguardia, è attimismo» incalza Pugliese citando un termine sentito il giorno prima durante la trasmissione Piazza Pulita e che secondo lui ben identifica il modo di procedere dell’attuale governo, antitetico a quell’attivismo promesso e del quale invece le aziende sentono il bisogno. «In questo Paese c’è in realtà la possibilità di fare impresa, nonostante la burocrazia, costruita per non far fare. Per installare le colonnine elettriche nei nostri punti vendita ci impieghiamo 8 mesi, meno male che c’è il governo del cambiamento e dell’incentivazione delle macchine elettriche!».
«La Marca del distributore siamo noi»
Tra circa un mese a Bologna la maggior parte della distribuzione moderna si darà appuntamento a Marca per far il punto sui consumi e soprattutto monitorare l’andamento della marca commerciale. Numeri alla mano, in Conad il peso dei prodotti private label ha raggiunto il 30%, quasi dieci punti in più rispetto al mercato. «Il 50% della crescita dei prodotti a marchio del distributore è fatto da Conad. Quindi, così come nella grande industria esistono grandi marche e marchette, anche nelle private label esistono marche e marchette. Non è tutto uguale in termini di visione e strategicità». Aspetti che Pugliese rivendica fermamente e sui quali non a caso punta con forza per rendere ancora più importante i prodotti a marchio nei prossimi anni.
«E-Commerce? Facile farlo a Milano!»
«Milano non è l’Italia, voi guardate sempre a quello che succede qui. Per capire se l’e-commerce funziona veramente bisogna andarlo a fare in Toscana, nel Lazio, in Emilia-Romagna» tuona Pugliese contro chi gli chiede cosa stia facendo Conad in un settore dove ci si aspettava probabilmente un po’ di più da loro, considerando l’avanzata non solo dei loro storici competitor in questo settore, ma soprattutto di Amazon. «Amazon competitor? Chi pensa questo sbaglia. Nell’alimentare il tema è come aggiornare il canale fisico in linea con i nuovi trend e con la valorizzazione delle nostre vecchie tradizioni. Se banalizziamo l’alimentare per Amazon sarà facile rispondere, ma se manteniamo alta la cultura dell’alimentare, della varietà e della freschezza, sarà più difficile per loro. I pannolini probabilmente li venderemo tutti on-line nel prossimo futuro, ma le melanzane faccio più fatica a pensarlo».
Omnicanalità, questa la ricetta, e non è certo una novità: il futuro secondo Pugliese e il direttore generale Francesco Avanzini, passa dalla digitalizzazione dei punti vendita, quindi l’e-commerce è una delle leve, ma non l’unica, anzi. «Nell’ultimo anno abbiamo sperimentato, dove facciamo sia e-commerce che click & collect e consegna a domicilio che risulta vincente quest’ultima». Insomma, chi consegna acqua e banane a casa è in perdita e prima o poi il servizio lo dovrà far pagare se l’incidenza rispetto alle vendite sul retail tradizionale sono quelle attuali, che secondo gli ultimi dati sono sotto l’1%.
«Quali competitor guardiamo con attenzione? I discount ed Esselunga»
Da una parte i discount, sempre che abbia ancora senso continuare a chiamarli così, e dall’altra Esselunga, leader incontrastato nel Nord Italia e da sempre osservato numero uno un po’ per tutti, anche per chi non lo dice. Pugliese non gira intorno alla domanda su chi siano quelli dai quali guardarsi alle spalle. D’altronde Aldi, da marzo in Italia, non è certo rimasto inosservato con i suoi primi 50 punti vendita aperti in nove mesi. «Se chiedi alla gente dove va a fare la spesa ti dice: “nel supermercato di Eurospin, nel supermercato di Aldi”, e noi in questo canale siamo i più forti». Come si combatte contro gli agguerritissimi discount, che aprono punti vendita in continuazione e vanno a gonfie vele in termini di fatturato? «Con prodotti superiori in termini qualitativi e anche con prezzi più competitivi. E poi dobbiamo batterli nei freschissimi: avendo noi qui incidenze del 20% più alte rispetto alla media del mercato abbiamo il dovere di fare meglio».