Un gruppo di “eroi” che sta facendo sistema, superando la logica tipicamente italiana dei mille campanili. «Qui per la prima volta ci sono tutte le associazioni». È stato Francesco Pugliese, qui nelle vesti di presidente di Fruit Innovation, a introdurre, dopo i saluti di Corrado Peraboni, Ceo di Fiera Milano Spa, la conferenza di apertura della prima edizione di Fruit Innovation, la nuova fiera dedicata al mondo ortofrutticolo che si svolge a Milano dal 20 al 22 maggio. Un discorso, così come i suoi successivi interventi, fortemente incentrato sull’annoso problema del fare “rete” e “sistema”. Una fiera per ora piccola – una “piccola bomboniera” l’ha definita sempre Pugliese – ma dalle grandi ambizioni: «Il segnale che qui vogliamo dare è anche alla politica, che deve fare di più e meglio per fare sintesi, altrimenti gli importanti numeri del settore scemeranno».
Due padiglioni, 233 espositori provenienti da 15 paesi del mondo, un settore come quello della IV gamma interamente rappresentato al gran completo, rappresentanze di delegati provenienti da molti paesi e un programma dedicato espressamente anche agli attesi buyer esteri. Quasti alcuni dei numeri che Guido Corbella, Ceo di Ipack-Ima Spa, organizzatore dell’evento insieme a Fiera Milano, ha elencato. Al suo fianco durante la presentazione Nicola Cilento, membro del consiglio di Confagricoltura, Ambrogio De Ponti, presidente di Unaproa, Valentino Di Pisa, presidente di FedagroMercati, Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Nazionale, Riccardo M. Monti, presidente ICE, Enrico De Corso, direttore di Confcooperative Lombardia e Marco Salvi, presidente di Fruitimprese.
La cosiddetta “cabina di regia”, l’organo che negli scorsi mesi ha lavorato per dare vita a questa prima edizione di Fruit Innovation, rappresenta l’esempio concreto di cosa i promotori e sostenitori della fiera milanese intendano per “fare sistema”, avendo messo intorno ad uno stesso tavolo associazioni e intepreti che non sempre interagiscono, e sono d’accordo, tra loro. E il botta e risposta tra Pugliese, amministratore delegato di Conad, ma anche presidente anche di Adm e quindi rappresentante di tutta la grande distribuzione e Moncalvo di Coldiretti – “Sono un po’ preoccupato perché sono sempre più d’accordo con Pugliese!” – vuole quasi suggellare un clima che intende essere sempre più costruttivo non solo per la buona riuscita della manifestazione, ma anche per poter diventare un “vero strumento di politica industriale”.