20 aprile 2015

Fruitimprese, a Roma 66esima edizione e tanta voglia di rilanciare

61

Consolidare le strategie messe in atto sino a ora e rafforzare le sinergie con le istituzioni: se il futuro delle imprese ortofrutticole lascia intravedere grandi potenzialità dall’export, è necessario rafforzare la filiera partendo dalla produzione e dalle norme che la regolano, senza tralasciare la promozione dei consumi interni e l’ottimizzazione intelligente delle importazioni. Insomma, se si volesse riassumere in una metafora quanto emerso durante la 66esima assemblea di Fruitimprese, che si è svolta presso il Grand Hotel Plaza di Roma giovedì 16 aprile e ha visto la rielezione per acclamazione alla presidenza di Marco Salvi, eletto la prima volta nel 2012, bisognerebbe dire che il meccanismo, per funzionare bene, deve avere tutti gli ingranaggi ben oliati, affinché il movimento sia armonico e privo di attriti.

Quello ortofrutticolo è un settore che ha continuato a crescere nonostante la crisi, che rappresenta un segmento trainante dell’economia italiana ma che sta confrontandosi con la forza crescente dei competitor internazionali e con gli alti costi produttivi interni, primi fra tutti quelli derivanti da lavoro, approvvigionamento energetico e trasporto, tutte criticità evidenziate nel recente rapporto Nomisma. E “Un sistema per l'export, la vera sfida per il Paese e le imprese”, il claim dell’Assemblea, parla chiaro sulla strada da intraprendere. Il calo del 14% registrato nel 2014 rispetto al 2013 conta su un saldo ancora positivo che sfiora gli 870 milioni di euro (869 per l’esattezza).

In un mercato internazionale in costante evoluzione e sempre più competitivo, ha evidenziato Marco Salvi durante il suo intervento, occorre guardare alla internazionalizzazione delle imprese e far rete con gli amministratori della cosa pubblica, anch’essi presenti, rappresentati da Andrea Olivero, viceministro MIPAAF e Riccardo Maria Monti, presidente dell’Istituto per il commercio estero (ICE). Tanti i temi affrontati che spaziano dal superamento delle barriere fitosanitarie alla promozione della qualità, carta fondamentale da giocare per migliorare la competitività italiana.

“I numeri – ha detto Olivero – confermano quanto il settore ortofrutticolo sia importante, per questo è necessario che vengano affrontate e superate le questioni di tipo organizzativo, un impegno che le istituzioni si devono assumere. L’esempio del progetto “Frutta nelle scuole” traccia la linea da seguire”.

L’Italia è pronta a fare promozione – spiega Monti – ma deve abbandonare l’idea secondo cui non c’è bisogno di investire nei settori che vanno bene, come l’export agroalimentare ( a questo proposito il MISE ha annunciato uno stanziamento di 260 milioni di euro per il made in Italy ndr.). In questo scenario la sinergia avviata tra MIPAAF, ICE e MISE può rappresentare l’arma migliore per far conoscere la qualità italiana al mondo contrastando contemporaneamente ed efficacemente il fenomeno dell’Italian Sounding”

Potrebbe interessarti anche