Il successo di un prodotto alimentare passa sempre più attraverso il contenuto emozionale che sa trasmettere al consumatore. Questo è uno dei concetti chiave emersi nel corso dell’intervento che Teresa Cercós Fortea (nella foto), direttore generale qualità, ambiente e innovazione di Importaco, ha tenuto durante la due giorni del “World Food Innovate Summit”, il congresso dedicato alle innovazioni nel food che si è svolto il 14 e 15 giugno scorsi a Milano.
“Oggi – ha rilevato Cercós Fortea – ogni azienda alimentare si trova a operare in un contesto di forte competitività da una parte, mentre dall’altro deve ottenere la fiducia di un consumatore sempre più informato e cosciente di ciò che acquista. Per operare in questa situazione, crediamo sia decisivo cambiare paradigma rispetto al passato, partendo sostanzialmente dalla fine: il consumatore stesso. Ovvero, agendo sulle emozioni e le reazioni dei responsabili d’acquisto”.
In tale contesto, entrano in gioco le neuroscienze. Importaco, di cui fa parte dal 2020 anche l’italiana Besana, ha investito in innovazione 6 milioni di euro. Due i principali rami di indagine nella sfera delle neuroscienze: il rapporto tra il consumo di frutta a guscio e il miglioramento della salute mentale delle persone; l’interazione del consumatore con il prodotto naturale, per garantire i più elevati standard di qualità e sicurezza alimentare. In questo processo sono coinvolti diversi attori sociali: clienti, ricercatori in scienze sociali e nutrizione, centri tecnologici e consumatori.
“I processi in cui Importaco applica le neuroscienze – riprende Cercós Fortea – all’avanguardia nel campo dell’innovazione responsabile, hanno l’obiettivo di migliorare la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti. L’applicazione di questo processo si concentra su materie prime e prodotti naturali, con l'obiettivo di migliorare l'esperienza sensoriale, senza pregiudicare la libertà di scelta del prodotto”.
Questa intensa attività di ricerca ha già condotto ai primi risultati. Importaco ha infatti lanciato recentemente una gamma innovativa di nuts arricchita con probiotici naturali ricavati dalla frutta secca. Il Gruppo ha infatti condotto un’analisi del microbiota nativo e ha individuato tre batteri probiotici dei generi Lactobacillus e Pediococuss presenti nella frutta secca. Il microbiota è l’insieme di microrganismi che vivono nell’apparato digerente dell’uomo e di altri animali. Nell’uomo, questi microrganismi sono localizzati principalmente nell’intestino. Formano complessivamente il cosiddetto microbiota intestinale, che costituisce l’oggetto della ricerca di Importaco.
“Questi progressi – ha concluso Teresa Cercós Fortea – fanno parte del new deal che il nostro Gruppo ha voluto dare alla ricerca e alla sicurezza alimentare. Inoltre, sono fondamentali per l’individuazione di soluzioni innovative, nell’ottica di un miglioramento continuo della salute pubblica e di quella individuale”. Siamo fortemente impegnati sul fronte scientifico perché è il modo migliore per trovare risposte alle sfide con cui dobbiamo confrontarci”.
Importaco, intanto, continua a crescere. L’azienda, nel corso del 2021, ha realizzato un fatturato di 721,7 milioni di euro, il 9% in più rispetto al 2020. Questo risultato mostra l'aumento dell'attività del gruppo e la sua crescente presenza nei mercati europei, avvenuti a seguito dell'acquisizione di Besana nel 2020.
Non solo: scorso anno è stato segnato anche da uno sviluppo strategico del Gruppo in termini di qualità, specializzazione e sostenibilità. Importaco ha infatti realizzato investimenti che hanno superato i 19 milioni di euro, indirizzati principalmente ai centri di produzione. Nello specifico, il 60% delle risorse è stato rivolto a progetti di qualità, efficienza e specializzazione, il 40% a sviluppo commerciale, trasformazione digitale, benessere sull’ambiente di lavoro e sostenibilità.
In particolare, a proposito di sostenibilità, sono state già attivate diverse azioni. Importaco ha infatti certificato il suo impianto di frutta secca secondo lo standard Aenor Zero Waste e ha ridotto del 20% gli sprechi industriali in questo settore. L'obiettivo è ora quello di certificare tutti i centri di produzione del gruppo a questo standard entro il 2025. Il 90% dell'energia elettrica consumata, inoltre, è ora di origine rinnovabile, il che ha consentito di evitare l'emissione di 15mila 612 tonnellate di CO2. Attraverso i piani di efficientamento energetico, i consumi sono stati ridotti del 12%. Importaco migliorerà ulteriormente questi piani nei prossimi anni, per essere Net Zero entro il 2050.
Last but not least, Importaco collabora attualmente con 340 agricoltori nella coltivazione di prodotti che soddisfano elevati standard di qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità. Nel 2021 sono stati superati i 22mila 590 ettari coltivati con buone pratiche agricole.
Fonte: Importaco