Frutta a guscio ed essiccata

28 ottobre 2024

Frutta a guscio, l'Usda fa il punto su produzione e export

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Usda, il dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti, e Nisao - NutVision hanno di recente diffuso un report relativo all’export di mandorle, noci e pistacchi, comparti per cui i mercati esteri hanno un ruolo importante per i produttori del Paese: tra il 2014/15 e il 2023/24, è stato infatti esportato in media il 69% della produzione di mandorle, il 71% delle noci e il 62% dei pistacchi. 

Negli ultimi anni, è aumentata la dipendenza dalle esportazioni di mandorle e noci degli Stati Uniti. In quest'ultimo caso, le esportazioni hanno raggiunto un picco dell'81% quasi un decennio fa, ma poi sono diminuite a causa dell'aumento della concorrenza di Cina e Cile. Negli ultimi anni, gli Stati Uniti sono inoltre diventati il principale esportatore di pistacchi a seguito della carenza di forniture da parte del principale concorrente, l'Iran.

Per quanto riguarda i Paesi importatori, nell’ultimo anno, l’Europa detiene il primato con il 29% del totale, seguita da Cina (12%), India (11%), Turchia (9%) e Emirati Arabi Uniti (7%). Sono questi i mercati che, negli ultimi dieci anni, hanno dominato il mercato con leggere variazioni nelle rispettive quote. 

Secondo il dipartimento tuttavia, la crescita futura dipenderà anche dall'aumento della domanda in Paesi come Giappone, Corea del sud, Canada e Regno Unito, dove le spedizioni finora non hanno dato i risultati sperati.



Mandorle, previsioni mondiali in crescita

Negli ultimi dieci anni, l'Unione Europea ha tenuto il primato di primo importatore al mondo. Il picco è stato raggiunto nel 2020/2021 con quasi 300mila tonnellate a cui è seguito un calo, legato anche a una minore domanda da parte dell'industria alimentare, degli snack e dei dolci.  

Al contrario si è registrata un’importante richiesta da India, Cina, Emirati Arabi Uniti e Turchia grazie ai quali le importazioni mondiali sono aumentate di oltre il 55%, fino a raggiungere un milione di tonnellate nel 2023/24. Insieme, i cinque mercati principali hanno rappresentato quasi il 70% delle importazioni mondiali. 

Per quanto riguarda la produzione, per il 2024/25, si prevede un aumento mondiale soprattutto in seguito alla maggiore produzione statunitense che, vista la crescita della superficie coltivata e delle rese, dovrebbe raggiungere 1,3 milioni di tonnellate (+13%). 

Previsioni in crescita anche per l’Unione europea dove si prospetta un +11% (150.000 tonnellate) grazie all'aumento della produzione in Spagna che compensato il calo italiano. In entrambi i Paesi le rese però sono state influenzate negativamente dalla siccità.

Grazie all'aumento delle superfici coltivate e delle condizioni climatiche, anche la produzione australiana è in crescita (+4%): prevista una quantità record di 160.000 tonnellate. Il surplus dovrebbe incrementare le esportazioni. 

In Cina si prevede una ripresa della produzione dopo i danni causati dal gelo dello scorso anno. Le importazioni dovrebbero aumentare del 4%, raggiungendo le 130.000 tonnellate. 

Con una maggiore offerta, anche il consumo dovrebbe aumentare raggiungendo 1,6 milioni di tonnellate (+6%). Le esportazioni globali potrebbero così aumentare: previsto un + 3%, fino ad arrivare a 1,1 milioni di tonnellate. Le scorte globali dovrebbero, di conseguenza, diminuire.

Noci, previsto un aumento della produzione interna in Europa

Sempre nell’ultimo decennio, l'Unione europea è stata anche il primo mercato mondiale delle noci le cui importazioni mondiali sono quasi raddoppiate raggiungendo 1,1 milioni di tonnellate. La produzione globale di noci per il 2024/25 è prevista in aumento del 2% (2,7 milioni di tonnellate in guscio), grazie all'aumento della produzione in Cina, Cile e Unione europea che compensa bene la diminuzione della produzione negli Stati Uniti (-19%) dovuta sia alla diminuzione della superficie coltivata che all’andamento stagionale. Qui le esportazioni sono previste in calo del 13% (440.000 tonnellate).

La produzione cinese dovrebbe aumentare dell'11%, raggiungendo 1,5 milioni di tonnellate, grazie alle favorevoli condizioni di crescita. Il consumo interno assorbe però l'80% della produzione.

Anche la produzione del Cile dovrebbe aumentare dell'11%, raggiungendo la cifra record di 195.000 tonnellate, grazie alle condizioni di crescita favorevoli e a un modesto aumento delle superfici. Quasi la totalità della produzione è destinata ai mercati esteri, soprattutto verso l'Unione Europea e l'India. 

La produzione dell'Unione europea è prevista in aumento del 7% per un totale di circa 150.000 tonnellate, grazie ai piccoli incrementi in Francia, Italia e Spagna che compensano il calo del principale produttore, la Romania. La produzione dell'Ucraina è stabile. A seguito del conflitto in Russia, le esportazioni si sono spostate verso l'Unione europea e l'Azerbaigian. La produzione turca si dovrebbe mantenere stabile a 67.000 tonnellate. A causa dell'aumento della produzione interna, si ipotizza un calo delle importazioni del 5%. Sebbene le noci siano utilizzate soprattutto in trasformati, sono sempre più richieste anche come snack. 

Pistacchi: Cina, Europa, Turchia e India rappresentano il 75% del commercio mondiale

Negli ultimi anni, gli Stati Uniti sono diventati il principale esportatore di pistacchi a seguito della carenza di forniture da parte del principale concorrente, l'Iran. Negli ultimi dieci anni, i mercati più importanti per i pistacchi sono stati la Cina e l'Unione europea con una crescita di Turchia e India: l'anno scorso le importazioni da questi quattro mercati hanno rappresentato il 75% del commercio mondiale.

La produzione globale del 2023/24 è aumentata di oltre il 40%, raggiungendo la cifra record di 1,1 milioni di tonnellate in guscio, grazie agli aumenti negli Stati Uniti e in Iran che hanno più che compensato le perdite in Turchia. 

La produzione iraniana è aumentata del 70%, (180.000 tonnellate), grazie al miglioramento delle condizioni di coltivazione dopo le rese inferiori degli anni precedenti. 

La produzione statunitense è anch’essa aumentata salendo a 676.000 tonnellate, grazie alle rese elevate del primo anno del ciclo di coltivazione alternativo e all'aumento delle superfici. Cresciute anche le esportazioni (+ 48%) raggiungendo quota 435.000 tonnellate, soprattutto verso i mercati principali, tra cui l’Unione europea. 


Con l'aumento della produzione dei principali esportatori, le spedizioni globali sono aumentate di quasi il 55% rispetto all'anno precedente, raggiungendo il record di 634.000 tonnellate, mentre il consumo è aumentato del 30%, raggiungendo un milione di tonnellate. Nonostante il consumo interno record, le scorte finali sono salite a 105.000 tonnellate. 

La produzione della Turchia è scesa del 13% a 175.000 tonnellate, a causa dei bassi rendimenti dell'anno di riposo. La produzione dell'Unione europea è aumentata del 10%, raggiungendo le 35.000 tonnellate, grazie a leggeri aumenti in Spagna e in Italia, dovuti all'inizio del ciclo colturale a ciclo alterno. 

Le importazioni sono aumentate di quasi il 50% a 165.000 tonnellate, con gli Stati Uniti che forniscono la maggior parte del mercato.

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