Come era stato deciso nell’incontro di due giorni fa, il Coordinamento nazionale della frutta in guscio, che riunisce alcuni dei principali attori della filiera produttiva della frutta secca italiana, ha scritto al ministro all’Agricoltura e alla Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, per esprimere le proprie preoccupazioni riguardo all’effettivo utilizzo di fondi che già erano stati messi a disposizione del comparto (si parla di oltre 6 milioni, per ricerca e sviluppo e per promozione e marketing) e che ora rischiano di essere investiti in altro modo.
“Cortese ministro Lollobrigida – recita testualmente la lettera del Coordinamento, che ha come portavoce Ignazio Vassallo – ci giungono preoccupanti notizie relative alla utilizzazione dei fondi dell’articolo 859 della Legge finanziaria 2002 destinati alla tutela e al rilancio della frutta in guscio italiana. Se tali notizie venissero confermate, Le esprimiamo il nostro totale e netto dissenso rispetto alle scelte operate dagli uffici ministeriali, che giudichiamo inspiegabili, inutili e dannose. Infatti, sia l’ipotesi di frammentazione della somma per i vari settori, sia la destinazione a nuovi impianti, sono in pieno contrasto con quanto richiesto dal Coordinamento nazionale che, ricordiamo, riunisce gli organismi italiani più rappresentativi della filiera. Come da noi ripetutamente indicato (vedi per ultimo la nota a Lei inviata in data 29/1/2023) la più efficace strategia di tutela e rilancio è in questo momento una forte azione di marketing nei confronti dei consumatori italiani che: stimoli fortemente la domanda interna di prodotto italiano; costringa le grandi catene di distribuzione a inserire la frutta in guscio italiana nei loro scaffali. Il tutto con l’utilizzo (come da noi proposto) di un marchio collettivo che indichi l’origine nazionale del prodotto. Ciò al fine di contrastare la grave crisi dell’intero settore che, dal Piemonte alla Sicilia, paga l’agguerrita concorrenza estera (California, Turchia, Iran, etc.) che invade ormai da anni l’Italia con prodotti di qualità scadente, spesso pericolosi per la salute e a prezzi stracciati”.
La lettera poi continua: “La drammatica conseguenza è che le produzioni italiane di mandorla, nocciola, castagno, noce, pistacchio, carruba, ecc. rischiano già adesso il tracollo e la scomparsa, con gravi ripercussioni economiche, occupazionali e ambientali in vasti territori del Paese. Per questi motivi: siamo unanimemente contrari alla frammentazione delle risorse del fondo di cui all’art. 859 della finanziaria 2022; siamo unanimemente contrari all’utilizzo delle risorse per interventi diversi da quelli sopraindicati (peraltro adeguatamente finanziabili con i Psr regionali); siamo unanimemente favorevoli alla utilizzazione unitaria e a regia ministeriale delle risorse in questione per un’ampia azione di marketing della frutta in guscio italiana. Per questo richiediamo, come già fatto positivamente con il piano di utilizzo dei fondi della Finanziaria del 2021 (sulla cui traccia vanno impegnate anche le somme della Finanziaria 2022), che sia garantito il tempestivo, diretto e imprescindibile coinvolgimento degli attori del settore, che mettono a disposizione del Ministero una conoscenza puntuale delle reali necessità del settore, sicuramente superiore rispetto a quello di alcuni funzionari ministeriali. Certi di un positivo accoglimento del nostro appello, cogliamo l’occasione per i nostri più cordali saluti”.