Nei primi dieci mesi del 2019, le esportazioni di frutta secca registrano un +2,6% nei quantitativi, ma il loro valore diminuisce del -2,3% rispetto all’analogo periodo del 2018. E’ questa la fotografia scattata da Fruitimprese su elaborazione di dati Istat. In particolare, ciò significa che da gennaio a ottobre 2019 sono state esportate 59.751 tonnellate di frutta secca, rispetto alle 58.253 tonnellate del 2018. Ciò ha prodotto però un fatturato inferiore: 386,17 milioni di euro, rispetto ai 395,45 milioni di euro del gennaio – ottobre 2018.
Assai differente è invece la situazione sul fronte delle importazioni, che accelerano notevolmente sia nei quantitativi, sia nei costi. Da gennaio a ottobre 2019 hanno varcato i confini nazionali 197.195 tonnellate di frutta secca, contro le 170.847 tonnellate del 2018. Ciò vuol dire un +15,4%. L’aumento del valore è ancora più consistente: +18,8%, passando da 863,14 a 1.025,68 milioni di euro.
Passando velocemente in rassegna gli altri generi ortofrutticoli, per quanto riguarda l’export è da notare ancora il momento difficile della frutta fresca (-6,1% in valore, anche se i quantitativi aumentano del 4,9%) e degli agrumi (-7,5%). Tengono le categorie “legumi e ortaggi” e frutta tropicale. Nell’import, va notata la grande crescita in valore di legumi e ortaggi (+25,9%, a fronte di un solo +3,7% nei quantitativi) e il ritocco al rialzo della frutta tropicale (+3,9%, a fronte di un -4,1% in quantitativi). Aumentano anche le importazioni di frutta fresca (+5,1%), con un +1,6% in valore.