Il “made in Italy” guarda sempre più verso Oriente, anche nel comparto della frutta secca. A confermare una volta di più tale tendenza è stato tra gli altri in questi giorni Gabriele Noberasco, titolare dell’omonima azienda leader nel settore della frutta secca, che sulle pagine de Il Sole 24Ore ha dichiarato: “Recentemente siamo entrati in Cina grazie alla catena commerciale Metro China, ma ora vogliamo presidiare l’area indocinese: abbiamo assunto tre export manager dedicati. La frutta secca non conosce crisi e anche nel primo quadrimestre del 2013 cresciamo del 20%”. Le premesse per fare bene, del resto, ci sono eccome, soprattutto in vista del 2015, anno in cui cadranno le barriere e l’Asean, associazione delle nazioni del sud est asiatico, diventerà un mercato unico formato da dieci Paesi (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia), per oltre 600 milioni di consumatori. In ogni caso, nei giorni scorsi cento imprese italiane (il gruppo più numeroso tra le imprese straniere), tra cui la già citata Noberasco, hanno preso parte al Thaifex di Bangkok, il salone internazionale dedicato al food and beverage. Secondo Il Sole24Ore i mercati asiatici, anche se oggi contano ancora poco per il food italiano, sono tuttavia in crescita vertiginosa, tanto da avere fatto registrare nel 2012 un +7%. In tale contesto, i mercati più dinamici sono risultati la Thailandia con un +42%, Corea e India con un +22%, Giappone e Hong Kong con un +20% e la Cina con un +18%.
04 giugno 2013
Frutta secca, le grandi aziende guardano a oriente
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