22 novembre 2022

Frutta secca: per la Caruso Alessandro +45% di fatturato

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Il 2022 segna decisamente l’anno del rilancio per la Caruso Alessandro, azienda di Spilimbergo (Pordenone) specializzata nella lavorazione e commercializzazione di prodotti a base di frutta secca, soprattutto semilavorati per i clienti professionali (gelaterie, pasticcerie, laboratori, ecc.).
Interpellato da myfruit.it, il titolare Alessandro Caruso spiega: “Il bilancio di quest’anno è per noi molto positivo e rappresenta senz’altro un cambio di passo rispetto al biennio passato. Molto probabilmente, infatti, chiuderemo con un +45% di fatturato rispetto al 2021. Bisogna ammettere che in questo risultato siamo stati aiutati anche dal meteo, con un’estate che sembrava non finire mai, e dall'atteggiamento di tanti consumatori, che avevano voglia di tornare a momenti di convivialità”.

Il grande risultato ottenuto, si tradurrà presto anche in un trasferimento in una sede più ampia, sempre a Spilimbergo, a poche centinaia di metri da quella attuale. “Durante il 2023 – conferma infatti Caruso – abbiamo programmato il trasloco nel nuovo capannone, che avrà una superficie pressoché doppia rispetto all’attuale: passeremo infatti da cinquecento a quasi mille metri quadrati e, soprattutto, avremo finalmente una separazione tra gli uffici e il reparto produttivo”.

A fare pensare a buone prospettive per il futuro sono anche nuovi interessanti contatti, che portano i prodotti della Caruso Alessandro fino in Giappone. “Abbiamo iniziato a collaborare – prosegue il titolare – con un’azienda nipponica specializzata nell’importazione di castagne e di farina di castagne. Visto che, a loro volta, sono fornitori di ingredienti per fare cioccolatini assortiti, ci hanno chiesto una pasta di pistacchio per produrre un cioccolatino salato al pistacchio, assieme a un’altra quindicina di referenze. Il carico è partito l’11 settembre scorso e proprio ieri è stato sdoganato, superando tutti i controlli. Siamo quindi molto soddisfatti.

Caruso ha affrontato infine anche la questione dei prezzi dal punto di vista di un trasformatore. “Per il pistacchio – spiega – utilizziamo diverse provenienze. Attualmente, per la pasta pura, impieghiamo in gran parte l’iraniano, che si adatta particolarmente bene per questo tipo di lavorazione. Per la granella, invece, è più consigliabile il turco o il greco, soprattutto perché sono più colorati. Utilizziamo anche prodotto siciliano, ma in quantità minori perché ha prezzi molto elevati. Diverso, invece, è il discorso per le nocciole e per le mandorle: le quotazioni del prodotto nazionale, rispetto a quello estero, non si discostano eccessivamente, per cui lavoriamo materia prima 100% made in Italy”.

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