Buone nuove sul fronte dell'innovazione tecnologica tra i filari. Con il progetto “S3O, smart, specialized, sustainable orchard”, una rete di laboratori emiliano-romagnoli, coordinati dal Centro interdipartimentale di ricerca industriale dell’Università di Bologna, ha testato una serie di tecnologie innovative, già disponibili o in via di sviluppo, per dimostrare come l’applicazione, la sinergia e la diffusione delle tecniche 4.0 possano portare innumerevoli benefici alla filiera frutticola.
La sperimentazione, possibile anche grazie alle risorse del Programma regionale Por-Fesr 2014-2020, è avvenuta in un meleto dell’azienda agraria Aub dell’università felsinea.
Irrigazione IoT e reti fanno la differenza
Nel merito, nel meleto sono stati installati un impianto di irrigazione di nuova generazione basato sull'Internet of things (IoT) e reti polifunzionali antigrandine, antinsetto e antipioggia. Tali strutture hanno permesso di cambiare il microclima all'interno del frutteto: le reti antipioggia hanno ridotto di circa il 50% la radiazione solare incidente, abbattendo così la richiesta evapotraspirativa del 45% rispetto all'ambiente esterno, e del 24% rispetto a un frutteto dotato solo di rete antigrandine. Il fabbisogno irriguo è stato così dimezzato.
La ridotta illuminazione non ha creato problemi: al contrario sono aumentate le rese e la qualità dei frutti è rimasta inalterata.
Un rover tra i filari
Quanto alle operazioni colturali, l’idea del team della sezione Mobilità elettrica ed autonoma nel frutteto è stata di creare una movimentazione elettrica nel frutteto from scratch, senza cioè dipendere da idee passate. E' stato così messo a punto un mezzo altamente flessibile e dotato di tool, per esempio bracci meccanici, che svolgono, in autonomia, le principali operazioni colturali. Il rover riconosce inoltre le problematiche fisio-patologiche da cui è affetto il frutteto. Il tutto con un occhio attento alla sostenibilità, anche economica, della soluzione.
Ticchiolatura addio
Il progetto S3O ha inoltre trovato soluzioni per ridurre l'impiego della chimica in frutticoltura. I risultati della sperimentazione, relativi all’impianto di distribuzione fissa sovrachioma (pulsar) di prodotti fitosanitari, hanno riguardato principalmente la difesa dalla ticchiolatura. Le tecnologie utilizzate hanno portato a una diminuzione significativa della carica fungina rispetto alle piante non trattate. Inoltre, è stato dimostrato come la combinazione tra la copertura antipioggia e la distribuzione fissa abbia ridotto l’incidenza della malattia.
Ma economicamente sta in piedi?
Infine, il conto economico. Se è vero che gli investimenti di cui sopra generano un maggior costo produttivo, è altrettanto vero che garantiscono una crescita quantitativa e qualitativa delle produzioni. Infine aggiungono un maggiore controllo sul processo produttivo, riducendo così i rischi. In primis quelli dovuti agli eventi atmosferici.