18 maggio 2021

Frutticoltura, Mammi: “Bisogna dare un segnale immediato”

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Scongiurare il taglio di altri frutteti (in Emilia Romagna gli ettari in produzione sono all'incirca 48mila ma nel 1994 erano quasi 100mila); finanziare il reimpianto di colture arboree puntando a nuovi portainnesti e aprendo così la via alla coltivazione di varietà più adatte alle attuali condizioni pedoclimatiche, con un occhio di riguardo anche per quelle maggiormente apprezzate dal consumatore. Ma anche riformare il sistema delle coperture assicurative contro i danni da calamità naturali introducendo una sorta di assicurazione catastrofale obbligatoria per tutti, che consentirebbe fra l'altro di ridurre di molto il costo delle polizze grazie all'ampliamento della platea dei sottoscriventi. Sono alcune delle richieste sottoposte all'assessore regionale all'Agricoltura, Alessio Mammi, durante il vertice organizzato a Bologna nella sede di Confagricoltura Emilia Romagna.

Interventi inderogabili

Sul tavolo le azioni da mettere in campo fin da subito per salvare il comparto alle prese con tre anni di mancata produzione dovuta a problematiche fitosanitarie e atmosferiche e un gap sempre più ampio tra costi e ricavi (in media un chilo di pere viene pagato all'agricoltore 45 centesimi quando per produrlo ne sono già stati spesi 65); per invertire la rotta e contrastare le drammatiche conseguenze economiche e occupazionali lungo tutta la filiera come pure l'impatto sul tessuto sociale del territorio.

Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, elenca gli interventi urgenti e inderogabili, “far fronte nell'immediato alle esigenze di liquidità delle imprese; prevedere una moratoria sui mutui attivati per gli investimenti aziendali ma anche l'erogazione dei fondi già stanziati per i danni da cimice, maculatura bruna e gelate subiti dalle aziende agricole nel 2020. Occorre – continua il presidente dell'organizzazione agricola che in regione conta 12mila aziende associate – utilizzare bene le risorse del Psr integrandole, se possibile, con quelle messe a disposizione dall'Ocm ortofrutta; sostenere la promozione e valorizzazione dei prodotti Igp anche attraverso i canali di finanziamento comunitari quali il programma Agrip; dare applicazione al piano di rilancio frutticolo condiviso lo scorso anno tra Regione e rappresentanze, che guarda alla riconversione varietale, alla ricerca avanzata sulla difesa fitosanitaria, a moderni impianti di protezione da eventi calamitosi e a sgravi contributivi e fiscali sull'esempio dei paesi Ue competitor”.

Sulla modifica della legge 102, Confagricoltura Emilia Romagna chiede, nello specifico, di costituire un tavolo per arrivare a una radicale riforma dello strumento in tempi rapidi: le modalità sono inadeguate e poi passano troppi anni tra l'evento e la liquidazione del danno.

Va inoltre riconosciuto un valore economico al frutteto per il ruolo strategico che esso svolge nel sequestro di CO2, concorrendo così al raggiungimento dell'obiettivo europeo di riduzione delle emissioni entro il 2030. Ma soprattutto, per garantire un futuro al comparto frutticolo, è di preminente importanza fare squadra con le istituzioni e gli enti di ricerca “perché – sottolinea infine Bonvicini – ci viene chiesto di produrre di più utilizzando meno terra, acqua e fitofarmaci. Possiamo farlo solo con l'aiuto della scienza, sfruttando le potenzialità delle nuove tecniche di selezione e miglioramento varietale (New Breeding Techniques), quali cisgenesi e genome editing. Le uniche in grado di offrire ai frutticoltori impianti più resistenti agli agenti esterni, agli stress climatici e alle malattie”.

Così Alessio Mammi, alla vigilia dell'incontro con il ministro Patuanelli: “Bisogna dare un segnale immediato. Chiederò al ministro sia la convocazione, in tempi rapidi, del tavolo ortofrutticolo nazionale per discutere e approvare il progetto di rilancio del settore frutticolo presentato dalla Regione, che da mesi giace sul tavolo ministeriale, sia l'attivazione della procedura per la moratoria sui mutui. Lavorerò affinché nella programmazione del Psr, periodo di transizione 2021/22, siano dedicate adeguate risorse a questo settore strategico. Una riflessione va inoltre fatta, all'interno della consulta ortofrutticola, per utilizzare anche i fondi messi a disposizione dall'Ocm ortofrutta (80 milioni di euro annui) in modo tale da avere una ricaduta diretta sulle imprese”.

Fonte: Confagricoltura Emilia Romagna

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