Il Fungo Italiano Certificato si contraddistingue da un particolare packaging che pone in evidenza il logo unico ma lascia spazio all’identità dei singoli produttori. Sono 6 le varietà commercializzate: prataiolo bianco o champignon, prataiolo crema, portobello, pioppino, pleurotus o gelone e cornucopia.
Il Consorzio, che rappresenta il 70% della produzione italiana di funghi, si è posto due obiettivi principali, come ci spiega il presidente Mario Mattozzi: “La nostra volontà è quella di certificare un prodotto, i funghi coltivati, che vanta una lunga storia in Italia e al tempo stesso educare i consumatori alla conoscenza di un prodotto che presenta doti nutrizionali da valorizzare, quali alto contenuto proteico, basso contenuto calorico e zero grassi”.
La commercializzazione nella Gdo e nei negozi di ortofrutta è iniziata a settembre e sarà a regime su tutto il territorio nazionale, assicura Mattozzi, “entro fine ottobre”.
Gli aderenti al consorzio devono rispettare un rigido disciplinare che comprende tutto l'iter produttivo, a cominciare dal terreno. Il neo-consorzio conta al momento quattro produttori associati che coprono le principali zone di produzione – Romagna, Veneto e Lazio – e concentrano la maggioranza della produzione italiana. “L'obiettivo è da un lato quello di crescere, allargando la platea dei consorziati alla totalità dei produttori italiani e dall'altro di aumentare il consumo dei funghi: in Italia consumo medio è solo di 1 kg per persona, un dato molto lontano da altri Paesi”.