16 maggio 2012

Genesi di un prezzo. Le ciliegie delle Terre di Bari

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Affrontare il tema dei prezzi al consumo dei prodotti ortofrutticoli è sempre spinoso, foriero di errori e fraintendimenti. Durante il nostro recente tour al mercato ortofrutticolo di Piazza Wagner a Milano, è stato l’argomento più gettonato. “Vengono con le borse di Louis Vitton e poi si lamentano per il prezzo delle ciliegie!” ci ha quasi inveito un fruttivendolo quando gli abbiamo fatto notare i prezzi da gioielleria delle sue ciliegie. Abbiamo chiesto lumi ancora una volta a Marco Eleuteri, Direttore Commerciale di APO Armonia, braccio commerciale del progetto “Ciliegia delle Terre di Bari” che, tra i suoi obbiettivi ha anche quello di cercare di tenere sotto controllo il prezzo di questo prezioso frutto: “Noi stiamo cercando di realizzare la filiera corta”. Come? Quali sono i passaggi? Quale dovrebbe essere, più o meno, il prezzo finale al consumatore? “Prendiamo come esempio la varietà Bigarreau” tra le prime a comparire sul mercato. “Noi ci riferiamo sempre all’asta delle quotazioni ufficiali di Bisceglie. Immaginiamo, dato sostanzialmente molto vicino al vero, che un kilo di ciliegie venga quotato 2,20 euro. A questo prezzo dobbiamo aggiungere, tra costi di confezionamento e spedizione, un euro al Kilo”. Arriviamo, quindi, a 3,20 euro, prezzo che in questo caso, saltando passaggi intermedi, è quello sul quale la GDO applica il suo ricarico. “La Grande Distribuzione Organizzata, a questo punto, solitamente ricarica del 40%, quindi avremo un prezzo finale al cliente delle nostre ciliegie di circa 4,50 euro al Kilo”. È un prezzo corretto?: “Considerando la qualità, direi proprio di sì”.

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