Anche il settore ortofrutta sarà chiamato a rispettare nuove direttive che mirano a ridurre l'impatto ambientale della gestione dei rifiuti. Tra i principali cambiamenti, l'obbligo di una maggiore tracciabilità dei rifiuti prodotti e una gestione più accurata e trasparente.
Come ricorda Meri Desideri sulle pagine del notiziario Bestack, una delle principali innovazioni introdotte è il Rentri, il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti.
Lo strumento diventerà il fulcro della nuova gestione dei rifiuti, consentendo un monitoraggio più preciso e una riduzione degli sprechi.
Si tratta di un sistema digitale che permette di tracciare il flusso dei rifiuti dalla produzione fino allo smaltimento. Le aziende ortofrutticole saranno obbligate a iscriversi al Registro e a prendere nota di ogni movimento di rifiuti, con l'obiettivo di aumentare la trasparenza e contrastare l'abbandono illegale.
Attraverso processi graduali, dal 15 dicembre di quest'anno al 13 febbraio 2025, si avvierà un processo di digitalizzazione dei documenti relativi alla gestione, movimentazione e trasporto dei rifiuti.
Il Rentri è gestito dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase), attraverso una piattaforma predisposta dall’Albo nazionale dei Gestori ambientali e connessa telematicamente con la Cciaa, un raccoglitore composto di due parti: sezione anagrafica, dove si trovano le informazioni delle imprese che si iscriveranno, e sezione tracciabilità, i dati di registro di carico e scarico e de i formulari.
Come fare
Per adeguarsi alle nuove normative, le aziende ortofrutticole dovranno: iscriversi al Rentri, dotarsi di un sistema di gestione dei rifiuti conforme alle normative, formare il personale sulle nuove procedure, collaborare con i soggetti autorizzati per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti.
Dal punto di vista della produzione, è l’ennesimo inquadramento normativo da rispettare che implica costi certi di diversa natura legati all’implementazione del sistema, alle risorse umane da dedicare, al tempo necessario per effettuare le registrazioni oltre a un allineamento costante con le autorità anche grazie all’obbligo di tenuta digitale dei registri a partire dall’iscrizione e l’obbligo dei dati annotati sul registro tenuto in forma digitale.
E i benefici?
Tralasciando l’opportunità di implementazione del sistema - che certamente porterà a una migliore gestione dei processi e quindi a un minore impatto ambientale - il tema è su chi si scaricano tutti questi costi e se, e come, tali costi possono essere compensati da possibili benefici per l’offerta.
Le certificazioni non mancano: fughe in avanti normative, protocolli della Gdo, scelte volontarie. Tutto ciò che è obbligatorio e cogente però non è distintivo, non differenzia. La partita nella ricerca dei benefici si gioca quindi nell’anticipo, nella comunicazione e nella condivisione della scelta in comunità coerenti.
Diversamente si incorre nello stesso problema subito dalla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, di assoluto valore nei principi ma con adesioni ancora ridotte in relazione all’assenza di un vantaggio diretto. Con questa logica le aziende che adottano pratiche sostenibili migliorano la loro reputazione sul mercato e possono attrarre nuovi clienti sensibili alle tematiche ambientali.
Il cartone è pronto
In questo scenario, osserva Meri Desideri, il cartone ondulato si conferma come un materiale da imballaggio ideale per il settore ortofrutticolo. Grazie alle sue caratteristiche di resistenza, riciclabilità e biodegradabilità, il cartone ondulato contribuisce a ridurre l'impatto ambientale degli imballaggi e facilita la gestione dei rifiuti grazie alle elevatissime percentuali di riciclo, come confermato dal 29esimo Rapporto di Comieco.
Utilizzare cartone ondulato per l'imballaggio di frutta e verdura non solo facilita il riciclo, ma supporta anche l'immagine eco-friendly dell'azienda. "Investire in soluzioni di imballaggio sostenibili è un passo concreto verso la riduzione dell'impatto ambientale e può aprire la strada a nuovi mercati e opportunità di business", conclude Meri Desideri.
In collaborazione con Bestack