20 ottobre 2014

Giancarlo Minguzzi. La ricetta per difendere la peschicoltura italiana

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A pochi giorni dall’inizio del 27esimo Convegno peschicolo nazionale (Ravenna, Pala De Andrè, 23-24 ottobre) Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (RA), affronta nuovamente i delicati temi che riguardano la peschicoltura nazionale, quest’anno duramente colpita sin dalle prime fasi del mercato, con prezzi che non sono riusciti a coprire i costi di produzione.

«Occorre una sterzata decisa» afferma Minguzzi in una nota di Fruitimprese Emilia-Romagna che deve partire dalla filiera produttiva. «Gli agricoltori, le strutture di lavorazione e commercializzazione hanno capito che occorre togliere urgentemente dal mercato, quindi dalla produzione, oltre il 30% di prodotto che sia dal punto di vista varietale, ma anche come calibro, colore, sapore e conservazione sono inaffidabili». Un tema, quest’ultimo, che Minguzzi aveva già sollevato a inizio agosto, quando la crisi della frutta estiva sta già facendo sentire tutto il suo peso, sottolineando l’importanza del tema della qualità complessiva della produzione di pesche e nettarine italiane. E la conversione verso la qualità, secondo Minguzzi, è già in atto, ma sta avvenendo in modo ancora troppo lento.

Un altro punto fondamentale è quello legato alla commercializzazione. «Le pesche e nettarine prodotte in Romagna, se aggiornate nelle varietà, non devono temere concorrenza, ma c'è troppa frammentazione commerciale, che vede solamente una parte di aziende cercare di coordinarsi il venerdì, ma poi spesso il martedì vedono spegnere ogni obbiettivo, soprattutto quello di permettere agli agricoltori di sopravvivere». In fine la distribuzione, la grande distribuzione organizzata in particolare, che chiede, continua Minguzzi, una qualità di pesche e nettarine buona e costante « affinché il consumatore ritorni ad acquistare per la qualità costante (vedi Melinda); a queste condizioni la Gdo deve considerare pesche e nettarine di Romagna un punto di forza del reparto frutta».

L’auspicio finale di Fuitimprese è che queste azioni coinvolgano tutta la filiera produttiva, compresi gli intermediari «che spesso hanno il rapporto commerciale con il cliente. Non dimentichiamo infine che la peschicoltura nel nostro territorio crea un indotto importante, per cui chi è protagonista nella filiera ha grandi responsabilità».

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